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*) LA SOCIETÀ DELLA IRRESPONSABILITÀ.

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È la nostra. Non posso non ricordarlo quando sento che un uomo che ammazza in strada la moglie e viene catturato sul posto dalla polizia, viene definito dal giornalista televisivo ‘presunto aggressore’.

C’è quindi un’irresponsabilità generale, della società. Nessuno è mai colpevole di niente, di preciso, e se viene proprio ‘incastrato’, ci rimane con mille distinguo e altrettante attenuanti.

Si è sempre ‘presunti’, perfino dopo la Cassazione, perché può sempre venir fuori qualcosa che scagiona o attenua: fino alla tomba, dunque.

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Questa irresponsabilità è alimentata e ‘coperta’ dall’infinità di leggi, leggine, norme e codicilli che permettono anche il più ardito degli escamotage.

È perpetuata dalla ‘libertà’ della magistratura che, di fronte agli stessi reati emette spesso sentenze del tutto difformi.

Mi pare di poter dire che in Italia non c’è certezza del diritto perché, data la pletora di leggi, è chiaro che su tutto vince la discrezionalità.

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Abbiamo un numero di avvocati abnorme.

Richiesto dalla giungla legislativa e, appunto, dalla discrezionalità della magistratura.

Abbiamo un numero di avvocati 7 (sette) volte superiore a quello del Giappone.

Abbiamo circa 250 mila avvocati contro, per esempio, i 60 mila della Francia.

Vorrà dire qualcosa rispetto alla lunghezza dei processi e al loro imprevedibile esito?

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Questa situazione influisce negativamente sulla mentalità ‘media’ della popolazione.

Viene accreditata l’idea che, in fondo, niente è veramente grave e che, qualsiasi azione, alla fine, può in qualche modo essere giustificata. Comunque attenuata.

Il che, naturalmente, non è da sprone per rispettare le leggi e le persone.

Ritengo soprattutto ingiusta e deplorevole la scarsa considerazione riservata alle vittime dei reati.

Nel migliore dei casi ‘spariscono’ dai dibattimenti processuali, dai resoconti giornalistici, per non parlare delle gazzarre televisive.

A volte va addirittura peggio: diventano molto spesso corresponsabili della loro mala sorte.

Questi esiti così diffusi nella nostra società, sono gli elementi più intollerabili e odiosi.

La vittima è trasformata in carnefice di se stessa o, comunque, in fattore scatenante la propria disgrazia.

C’è qualcosa di più esecrabile?

 

*) TUTTI SU MARTE !

Anche la Cina è approdata su Marte.

Tutti hanno fretta di mettere piede su Marte.

È un classico, un diversivo con i fiocchi.

D’altra parte succede a tutti.

Quanti di noi, quando incocciano una qualche difficoltà particolarmente ‘rognosa’ non cercano di fare altro, di impegnarsi in qualcos’altro!

E se non lo facciamo, perché proprio non possiamo, quanto lo vorremmo fare!

La Terra soffoca per la presenza ingombrante dell’uomo; i popoli si combattono ferocemente per questioni che potrebbero anche essere risolte pacificamente; miliardi di persone soffrono per la fame e le malattie; l’acqua comincia a scarseggiare, l’aria diventa sempre più irrespirabile, le trivellazioni, a fronte di un piccolo guadagno immediato, rischiano di compromettere gli ecosistemi; i ghiacciai si stanno sciogliendo …

Si dovrebbero impiegare energie e miliardi per vedere di far fronte a qualcuna di queste emergenze.

Macché!

Tutti su Marte.

Ebbene sì, ci manderei tanta gente su Marte.

Intanto comincerei con qualche centinaio di milioni di cinesi e anche una corposa spruzzata di indiani.

Poi ci spedirei tutte le élites guerrafondaie, il gotha della finanza mondiale, i costruttori di armi e i mercanti della droga.

Gentile Marte, dacci una mano.

Accogli benevolmente tutta questa crema.

La Terra è oberata da un peso eccessivo.

Ha bisogno di liberarsi, di respirare, di rifiatare almeno.

Ecco, vedo Elon Musk come il nuovo pifferaio.

‘Carica tutti sulle tue Tesla e andate a sollazzarvi su Marte’!

Godremo un po’ anche noi!

 

*) LA TERRA, la vita e noi.

La Terra è un pianeta della stella Sole. Un puntino infinitesimale nell’Universo. Ha una sua vita, cominciata 3 – 4 miliardi di anni fa e avrà una sua fine tra pochi miliardi di anni. Nel tempo è andata soggetta a tanti cambiamenti: tutti indipendenti dalla presenza e dall’azione degli uomini.

Prima le terre formavano un blocco unico circondato dagli oceani, poi si sono separate, quindi si sono nuovamente compattate per poi dividersi e arrivare più o meno all’attuale situazione.

La Terra ha visto alternarsi glaciazioni e desertificazioni, è stata squassata da terremoti inimmaginabili e da scoppi di vulcani: è stata anche centrata da corpi celesti.

Naturalmente gli esseri viventi sulla Terra hanno risentito di tutti questi fenomeni.

Specie animali e vegetali hanno dominato il pianeta per milioni di anni e poi si sono estinte, sono scomparse definitivamente e per sempre.

E siamo arrivati alla nostra epoca che gode di condizioni ambientali estremamente favorevoli.

Che dovremmo ingegnarci a conservare e, per quanto possibile, a migliorare: per prolungarle nel tempo.

Da quanto detto sopra è chiaro che non tutto ciò che succede o che può accadere sulla Terra dipende da noi, dai comportamenti degli umani.

Però è anche certo che noi possiamo introdurre delle negatività, deturpare e sconciare pesantemente il mondo della vita, sicuramente accelerare fenomeni distruttivi che potrebbero essere rinviati nel tempo o attenuati negli effetti e nelle conseguenze.

Come è certo che il mondo della vita, tanto quello vegetale che quello animale, è strettamente interconnesso: non è una buona idea danneggiare le altre forme di vita, vegetali o animali, perché la loro fine o il loro deterioramento ricadrà sicuramente sulla nostra esistenza.

Insomma, cari umani, se è vero che non possiamo impedire l’impatto con un asteroide o con una cometa e che, certo, non possiamo frenare le esplosioni dei vulcani o la violenza dei terremoti, è pur vero che qualcosa lo possiamo fare: possiamo certamente attenuare il nostro ‘peso’ sulla superficie della Terra, sia in termini assoluti che relativi; possiamo ridurre i consumi e, di conseguenza, anche le attività estrattive, soprattutto quelle più distruttive come il fracking: come anche l’utilizzazione di energie potenzialmente micidiali, come quella nucleare (Chernobyl e Fukushima insegnano); possiamo salvaguardare i boschi, le foreste e tutti i polmoni verdi della Terra la cui esistenza è legata a doppio filo con i nostri polmoni …

Possiamo fare un’infinità di cose che non facciamo o facciamo male.

Mantenere in salute il Pianeta è anche compito nostro.

Non possiamo fare tutto, forse possiamo fare poco ma quel poco è importante per noi e per chi verrà dopo.

La Terra e la Vita sono qualcosa di meraviglioso.

Solo un essere ‘intelligente’ poteva adoperarsi per sfigurarle.

LO STREPITO MEDIATICO (11-01-2022)

Siamo bombardati tutti i giorni, tutto il giorno, dalle informazioni sfornate dai media.

La carta stampata ha perso molto del suo appeal.

Sono la televisione e Internet a farla da padrone.

Che sfornano notizie a getto continuo.

Sulle quali non abbiamo alcun controllo.

E non è solo questo l’aspetto che ci mette fuori causa, che ci spara dentro le nebbie della disinformazione.

Quella che riceviamo, anche quando si riferisce a fatti realmente accaduti, è un’informazione drogata: da enfasi, sviste, distorsioni, sovraesposizioni.

Tra i tanti accadimenti che si verificano, ne vengono scelti solo alcuni e su quelli si picchia incessantemente senza lasciare alcuno spazio alla curiosità.

Perché proprio quegli eventi e non altri?

Perché quell’insistenza ossessiva che toglie il respiro e ottunde la mente?

Prendiamo il ‘Covid, per esempio.

Si tratta certamente di una situazione drammatica e sconvolgente che, tra l’altro, ha portato alla tomba milioni di persone.

È quindi qualcosa che merita il giusto rilievo.

Se noi seguiamo i telegiornali vediamo che buona parte del loro tempo è dedicata a questa emergenza.

Ci informano quotidianamente (ogni ora) sull’andamento dell’epidemia, sul numero degli infettati, dei ricoveri e dei morti, sui farmaci, su ciò che è stato, su ciò che sta succedendo e su quello che accadrà.

Il tutto condito da lezioni, interviste e interminabili animati dibattiti.

Esiste qualcos’altro, al mondo, al di fuori del covid?

Difficile immaginarlo per chi si ferma alla sola televisione.

C’è spazio solo per riportare qualche altra disgrazia o per ragguagliare sull’andamento meteorologico (altro filotto che, prima del covid, teneva banco quasi esclusivo).

Si dirà che non si può trasmettere tutto e che non è facile scegliere che cosa, come e per quanto tempo.

Verissimo!

Ma è anche vero che ci vorrebbe maggiore elasticità e più apertura mentale.

Visto che viviamo in un calderone indistinto e indistinguibile, bisognerebbe che i media trasmettessero sì delle notizie ma stimolassero anche la curiosità, spingessero alla ricerca personale: non accecassero i recettori ma li rendessero più sensibili ed efficienti.

Insomma: informateci ma non a senso unico; non insistete sempre su una sola notizia, oscurando tutto il resto; proiettateci dentro il mondo, nella sua interezza, non teneteci incollati al nostro piccolo, chiassoso, limitato pollaio.

GIORGIO BOCCA … (02-01-2022)

Nel giorno di Natale appena trascorso, sono scoccati 10 anni dalla morte di Giorgio Bocca.

Chi ne parla più?

Chi lo ricorda?

La nostra epoca macina e tritura tutto.

Seppellisce le ‘guide’ per dare fiato alle mezze calzette che soffiano sulle trombe a pieni polmoni e incessantemente.

Così da spegnere i ricordi e oscurare il pensiero.

Talmente è stato dimenticato che si parla di Berlusconi – Presidente come di un’eventualità non solo possibile ma addirittura imminente.

D’altra parte lo stesso destino è toccato a Dario Fo e a Umberto Eco: tanto per fare solo 2 altri nomi.

Morti, sepolti e via con le pagliacciate urlate dei talk show.

E’ una società che non vuole né maestri né maître à penser : quelli che aveva e che ha, non potendo soffocarli nella culla, li sigilla nella tomba.

E così tutti si impancano a condottieri, tutti si propongono come esperti tuttofare a 360 gradi, non solo di sé stessi ma anche degli altri.

Con il risultato che scivoliamo sempre più in basso, lungo una china che, al momento, non sembra avere né parapetti né vie di fuga.

ANTARTIDE e … TURISTI (26-12-2021)

‘Un aereo di linea è atterrato in Antartide: partito da Cape Town, il volo è arrivato a destinazione dopo un viaggio di circa 5 ore, atterrando su una pista realizzata completamente in ghiaccio’. (Longhitano su Fanpage)

Dunque l’Antartide sta diventando la nuova Mecca del turismo mondiale, complice il cambiamento climatico.

Già si stanno costruendo resort di lusso per ospitare degnamente i ricchi nuovi e vecchi che vorranno mettere piede sulla terra proibita, finora gelosamente custodita e difesa da condizioni di totale inospitalità.

Già prevedo che l’Antartide diventerà un’immensa discarica a cielo aperto, modello Himalaya.

Mi auguro che, almeno da quelle parti, tornino a infuriare le tempeste, soffino venti indomabili, cadano precipitazioni continue e battenti.

Che il Tempo permetta all’Antartide di salvarsi, di tenere lontani gli esseri umani.

Siamo una specie invadente, possessiva, distruttiva.

Tutto quello che tocchiamo diventa rifiuto e sterco.

Non riusciamo a non inquinare, a permettere che qualche angolo del pianeta rimanga intatto e integro.

Dobbiamo per forza andare a vedere, calpestare, ispezionare e … lordare.

Cosa che vorremmo fare anche sulla Luna e su Marte.

Deturpato e insozzato il nostro pianeta, ardiamo dalla voglia di andare a insudiciare e guastare altre terre, addirittura altri corpi celesti.

Per quanto tempo, ancora, l’Universo sopporterà la presenza di una specie invasiva, pervasiva e nociva come la nostra?