Quando uno è morto, i vivi fanno di lui ciò che vogliono: anche ciò che va contro le espresse volontà del defunto.
Succede a tutti, è successo anche a papa Bergoglio che così si è trovato omologato alla gente comune con cui si è sempre sentito in sintonia.
Aveva chiesto di essere chiuso subito dentro la bara e di non essere esposto.
È stato esposto scoperchiato alla vista di tutti, per giorni, nonostante mostrasse nella faccia un vasto ematoma.
L’unica sua volontà che i cardinali e i gestori dell’intera faccenda hanno assecondato è quella della sepoltura: ha chiesto di essere messo a Santa Maria Maggiore e là l’hanno portato.
Secondo me l’hanno fatto soprattutto perché questo ha permesso di trasportarlo da San Pietro a Santa Maria Maggiore, di attraversare dunque tutta la città e di tenere ancora per ore l’attenzione di tutti sul Vaticano e sulla Chiesa cattolica.
In che mani sei finito, caro Bergoglio.
Lo sapevi, li conoscevi, hai fatto di tutto per scongiurare il tuo sfruttamento ma, nella morte, nemmeno tu hai potuto qualcosa.
Così i tuoi sodali ti hanno usato fino alla fine e oltre, per i loro interessi di bottega.
Vale, in ogni caso.
La Chiesa è sempre stata maestra nello sfruttare tutte le circostanze mondane per mettersi al centro dell’attenzione mondiale: poteva farsi sfuggire questa occasione?
E l’ha sfruttata fino in fondo.
Dov’è la spiritualità?
Dove la dimensione escatologica?
Sono dettagli.
Quello che conta è mostrare i muscoli, attirare l’attenzione universale, fare proseliti, épater le bourgeois …
Adesso viene la scelta del successore che dovrà avere qualità religiose e soprattutto ‘politiche’ per riuscire a governare la chiesa in questa nostra epoca senza punti di riferimento, orfana di tutte le ideologie e in preda a pericolose vertigini.
A parte i desiderata di Bergoglio che sono stati platealmente disattesi, le nuove guide, tuttavia, non potranno prescindere dalle sue preoccupazioni, dalla sua attenzione per le masse dei diseredati, dalla sua ansia per le contraddizioni in cui si dibatte l’umanità, per l’incapacità degli uomini di percepirsi solidali di fronte alle gravi sfide che il pianeta mette loro sotto i piedi.
Volenti o nolenti anche i ‘patres conscripti’ dovranno riprendere in mano l’agenda di Bergoglio, ritornare alla sensibilità verso il pineta e i suoi abitatori che era di Francesco di Assisi: dovranno saper dire qualcosa di significativo e positivo alle persone che si trovano in difficoltà (e, visto il blackout di Spagna e Portogallo, potrebbe anche trattarsi di buona parte dell’umanità).
Perché, come dicevano gli antichi, Bergoglio o non Bergoglio ‘ducunt volentem fata, nolentem trahunt’.
Se al posto di ‘fata’ mettiamo ‘gli eventi’ il senso non cambia.