È l’insieme delle cose da fare.
Quando non hai più niente da fare (o lo credi, che è lo stesso) viene meno anche la motivazione a vivere.
Perché diventa un puro e semplice respirare, che puoi anche interrompere.
Questo è ancora più vero se quel che ti rimane da fare è solo un coacervo di attività ‘pesanti’ e sommamente fastidiose.
Finito ciò che si deve, si può anche togliere il disturbo.
Probabilmente io non so vivere, non so vedere e quindi non so cogliere gli aspetti positivi della vita.
Quelli degni di essere vissuti ad ogni costo.
Forse non ce ne sono.
Ci sono solo degli obblighi, degli impegni da onorare. In quanto persona.
Assolti quelli si diventa liberi: di continuare a respirare o di scrivere la parola fine.
Senza titoli di coda.
La vicenda individuale, in fondo, è ben poca cosa se considerata nel contesto dell’intera umanità.
Se poi la inseriamo nel tutto dell’universo, allora è proprio niente
Neppure un sospiro.
Gli umanisti hanno preso un abbaglio.
Forse determinato dalla ‘qualità’ dell’epoca precedente.
Sbucarono fuori da un tunnel, videro un po’ di luce e sembrò loro di essere stati catapultati in braccio alla verità e alla bellezza.
Da quasi ciechi che erano, si dotarono di occhiali luminescenti, multicolorati, caleidoscopici.
Occhiali che, mentre ingigantivano ciò che era vicino, loro stessi, eliminavano, oscuravano e rimpicciolivano tutto il resto.
Soprattutto quelli che li avevano preceduti.
Naturalmente, a ben vedere, la vita è anche altro.
Ci sono le attitudini e le ‘vocazioni’ personali, innanzi tutto: quelle che caratterizzano in modo particolare l’esistenza di ognuno.
La musica, per esempio, la poesia, la pittura e le tante altre espressioni artistiche ciascuna delle quali, da sola, può ‘riempire’ tutta un’esistenza.
Anche i rapporti positivi con altre persone possono costituire un saldo legame con la vita: un amico, un partner, un confidente sono spesso una vera e propria scialuppa di salvataggio.
E poi c’è la natura: il sole, il vento, gli animali, le montagne, il mare … Sono espressioni di vitalità profonda e genuina che possono appagare e riempire l’animo di pace e serenità
Come non ricordare, per finire, le idealità? Siano esse umane o religiose.
Interpretare la vicenda umana alla luce della religione, inquadrandola magari in un contesto più ampio e significativo può dare forza nelle avversità e trasformare l’esistenza terrena in qualcosa di più grande e gratificante.
Le opzioni che ci si presentano sono quindi molteplici.
La vita è tutto questo: è poca cosa, è niente, è un’avventura meravigliosa, un dovere, un impegno, una recita, una comparsata, un viaggio impegnativo ma gratificante …
E’ tante cose diverse.
Così come siamo diversi noi esseri umani che percorriamo le sue strade.
Ognuno sceglie e, più spesso, sono le circostanze che scelgono.
L’importante è essere fieri della propria dignità, godere del bello della vita, combattere contro le avversità con la serena consapevolezza che non tutto è in nostro potere.
Non è dipeso da noi l’inizio della vita così come non dipenderà da noi la sua fine.
La vita? (Per tornare al titolo).
E’ l’esperienza che ci accomuna tutti.
Che ogni essere umano dovrebbe poter vivere nel migliore dei modi.
Tutti, nessuno escluso.
Per questo rigetto l’ideologia che trasuda da tutto ciò che Trump è, fa, dice e significa.
Il meglio per pochi: gli eletti.
Gli altri?
Possono tranquillamente andare a fondo, comunque togliersi di mezzo.
Direi che, anche se con sfumature e toni diversi, richiama un po’ l’ideologia nazista.
E’ stato proprio del tutto casuale e fuori luogo il saluto ‘romano’ di Musk?
In genere, quando l’umanità gonfia i muscoli in questa maniera, poi va a sbattere, con pericolose conseguenze per tutti.
Mi auguro che siano soprattutto ‘trombonate’ di inizio corsa e che poi vinca la ragione.
Almeno il buon senso.