Puoi mentire quanto vuoi, sull’età, per esempio: sarà la tua pelle a urlarla.
Arrivati ad un certo punto, grinze e pieghe si formano e si sovrappongono giorno dopo giorno ad un ritmo serrato ed irrefrenabile.
Eri giovane, fino a qualche tempo prima, nessuno lo poteva negare.
Arriva il momento in cui non lo sei più, tutti lo possono constatare.
In questo senso la pelle è l’esatto contrario della mente.
La mente concepisce e nasconde, lavora al buio e ordisce trame invisibili.
Ci sono certo differenze sostanziali tra persona e persona: c’è chi non riesce a tenere nascosto nemmeno il moto più innocente dell’anima e chi custodisce gelosamente negli anfratti più remotti della propria mente segreti incomunicabili.
La cronaca ci racconta di individui che vivono per anni gomito a gomito con altre persone, famigliari o amici, senza mai tradire astio o repulsione salvo poi, improvvisamente, scagliarsi contro di loro con inaudita efferatezza.
Dovremmo avere per l’anima uno schermo come la pelle, così da mettere in sicurezza almeno coloro che ci vivono accanto.
E’ pur vero, tuttavia, che ci si ingegna in ogni modo per far sì che la pelle menta, che racconti una storia diversa dalla sua età biologica, che trasformi l’inganno in un incanto.
Di fatto amiamo la segretezza della mente, la sua capacità di tenerci al sicuro da sguardi indiscreti, di difenderci dalla morbosa curiosità dei nostri simili.
Non ci piace per niente la schiettezza della nostra pelle, al punto che chi può la camuffa e la confonde.
Ebbene sì, devo riconoscerlo: mi piacerebbe che la mia pelle fosse un po’ meno sincera.
D’altra parte forse non sarebbe male se la nostra mente fosse un po’ meno impenetrabile: almeno rispetto alle nefandezze più atroci.