Il titolo è pretenzioso, lo so, ma il reale che stiamo vivendo è a dir poco sconcertante: a detta di molti addirittura drammatico.
Secondo non pochi commentatori saremmo addirittura nell’imminenza della terza guerra mondiale.
Considerando gli eventi bellici del passato, in particolare le due guerre mondiali del novecento, ci siamo più volte chiesti: ‘com’è potuto accadere?’
‘Com’è stato possibile che degli esseri umani abbiano acceso una simile catastrofe …’
Ecco, adesso lo sappiamo, è sotto i nostri occhi.
Che le élite diventino ad un certo punto sorde e cieche può anche essere messo nel conto: esse perseguono propri obiettivi di potere e sono disposte a tutto pur di conseguirli.
Sono disposte soprattutto a mandare al macello migliaia (milioni) di loro simili, pur di averla vinta.
Mandano a morire il popolo cercando di preservare se stessi e i loro beni. Magari di incrementare questi ultimi (come è spesso successo).
No è più ‘muoia Sansone con tutti i Filistei’ ma solo ‘muoiano i Filistei e si salvi Sansone’.
Che le cosiddette élite si comportino in questo modo è anche comprensibile: vogliono la guerra per guadagnarci, non per morire. Per incrementare i propri beni, non per perdere tutto.
Non ho mai capito e continuo a non capire il comportamento dei popoli, delle masse: cioè di coloro che dalla guerra hanno da rimetterci. In termini di beni e, soprattutto, quanto a vite umane.
In tutte le guerre fin qui combattute, soprattutto nelle ultime, è sempre il popolo a pagare il prezzo più alto e doloroso.
Perché questi popoli, alla luce di queste evidenti considerazioni, non fanno di tutto per opporsi alle guerre, non inondano di persone le piazze, non bloccano i palazzi del potere pur di evitare lo scoppio di una guerra?
Perché non lo fanno?
Rimane per me un mistero.
Ci sono alcune specie di lemming che, si dice, ad un certo punto del loro ciclo riproduttivo vanno a suicidarsi in massa. Non è chiaro se questo è vero ma è certo che in certi posti sono state ritrovati mucchi consistenti di carcasse di questi piccoli roditori.
Dunque l’affermazione forse non è vera per i lemming ma sembra essere vera per gli esseri umani.
Ad un certo punto della sua storia l’umanità sente il bisogno di una consistente auto distruzione.
Sembra quasi che percepisca di aver raggiunto un punto non più migliorabile del suo sviluppo e avverta il bisogno di una mostruosa ecatombe per poi ricominciare e ripartire verso più elevati traguardi.
Questa può essere una considerazione accettabile dal punto di vista della filosofia della storia ma, mi chiedo, perché viene fatta propria da chi deve pagare il prezzo di questa ipotetica palingenesi?
Fuor di metafora, perché noi, esseri umani contemporanei, tolleriamo di venire spazzati via per favorire un ipotetico rinnovamento che non ci riguarderà e che, probabilmente, non toccherà nemmeno i nostri figli e nipoti?
E’ qualcosa di incomprensibile, soprattutto in riferimento a degli esseri viventi che si considerano razionali.
Per uscire da un impasse, potremmo assumere una miriade di decisioni diverse, al posto della guerra: proprio perché siamo ‘esseri razionali’.
O non lo siamo?
E se di mistero si tratta, trattasi di mistero doloroso.