GUERRA!

C’è in giro, nei piani alti dei popoli, una gran voglia di scatenare una guerra generalizzata e disastrosa.

Nulla di eccezionale o di veramente nuovo.

E’ sempre successo, periodicamente, da che esiste l’umanità.

Né sono straordinarie o assolutamente nuove le modalità.

La guerra viene dichiarata dalle élites, che poi non la fanno; obtorto collo è accettata dai popoli che poi la devono fare, pagandone un prezzo salatissimo.

Di motivi per fare una guerra ce ne sono sempre, a bizzeffe: a ben guardare le società riproducono in modo amplificato ciò che succede nelle piccole comunità, anche nelle famiglie.

In fondo poi, a dirla tutta, non siamo molto diversi dagli animali rispetto ai quali, invece, ci sentiamo immensamente superiori.

Anzi le comunità animali, che noi spregiativamente chiamiamo branchi, hanno dei meccanismi congeniti, delle regole innate che limitano moltissimo la lotta mortale intraspecifica.

Succede a volte che individui della stessa specie si ammazzino per la conquista del potere procreativo, ma sono casi rari: gli animali conoscono molte modalità per evitare gli esiti più negativi delle lotte.

In ogni caso la mortalità degli individui in queste lotte intraspecifiche è estremamente limitata.

Solo l’essere umano, dato che è l’animale più intelligente, ha inventato strumenti di morte di massa, sistemi universali di sterminio.

Che usa a cuor leggero, quasi fossero goliardate, non tanto per garantirsi una continuità genetica o per accaparrarsi del cibo ma per i motivi più svariati: soprattutto per l’esercizio esclusivo del potere.

Siamo la specie più evoluta mai apparsa sulla faccia della Terra: capace, addirittura, di distruggere completamente sé stessa.

Cosa che nessun’altra specie è in grado di fare.

Marinetti, nel 1909, ha definito la guerra ‘sola igiene del mondo’.

Secondo Hegel la guerra è un fuoco rigeneratore che distrugge e purifica: ‘è un antidoto contro l’infiacchimento dei popoli, distrugge ciò che è vecchio e negativo e libera lo spirito’.

Per Kant, invece, è la pace che deve essere perseguita, fino ad arrivare a renderla perpetua.

Filosofi, scrittori e governanti propugnatori della guerra, tuttavia, si guardano bene dal farla.

La scatenano e la esaltano ma mandano gli altri a farla.

Ritengo con Kant che la guerra sia una delle azioni più disastrose: l’umanità dovrebbe impegnarsi per realizzare condizioni di pace durature.

Le società umane hanno a disposizione tante altre modalità e interventi per rinnovarsi, per liberarsi di ciò che è vecchio e sorpassato e ripartire. Per risolvere in modo pacifico i loro contrasti.

E’ naturale che i viventi, a qualunque specie essi appartengano, abbiano dei motivi per opporsi gli uni agli altri.

Ma dovrebbe anche essere ‘naturale’ che gli individui dotati di capacità intellettive adottino delle modalità non violente per risolvere i contrasti.

Altrimenti, a che cosa serve la razionalità?

Ad ammazzarsi meglio? Ad ammazzarsi a milioni per futili motivi?

Io penso che uno dei modi più efficaci per avere meno guerre sia il seguente: coloro che dichiarano la guerra e i suoi propugnatori siano obbligati a partire per primi, a mettersi subito in prima linea.

Loro e i loro famigliari più stretti.

Verrebbero escogitati mille modi per evitare le guerre, con grande beneficio per tutti.