MONDEZZA romana (31-12-2022)

Si può, a capodanno, parlare di ‘mondezza’ o ‘monnezza’ che dir si voglia?

Non si dovrebbe, ma si può.

In certi casi si deve.

In questa fine anno 2022 (lo stesso dicasi per l’inizio 2023) Roma trabocca di spazzatura, di rifiuti: organici e non.

Mi meraviglio che la città non sia ancora stata conquistata a man salva dai topi: senza colpo ferire.

Mi indigna invece il ‘lato’ politico della faccenda: cambiano di nome e di colore i governi della città ma i fatti restano sempre gli stessi.

Tutti promettono, prima, per avere il voto, tutti scontano poi un’impotenza frustrante.

Com’è possibile che tutte le città europee abbiano risolto questo annoso problema dei rifiuti e Roma continui invece a sguazzare nella melma?

Sono anni che andiamo avanti così, per non dire decenni: non cambia mai niente. MAI.

E se apri bocca ti tacciano di ‘qualunquista’.

Come ho detto questo dovrebbe essere il momento dei consuntivi, magari positivi, dei buoni propositi per il futuro, delle promesse realistiche di un miglioramento possibile.

E invece siamo sempre qui a rimestare le solite insolute questioni: i trasporti che non funzionano, i cinghiali che spadroneggiano e poi queste ammucchiate di rifiuti assolutamente indegni di una popolazione civile.

Come si fa a non capirlo?

Come si fa a tollerarlo?

Con che faccia ci si presenta poi davanti agli elettori promettendo cambiamento e buon governo?

Siamo alle soglie del nuovo anno.

Non dico ‘speriamo’ né ‘mi auguro’: l’ho già detto troppe volte. Invano.

Guardo al futuro con sguardo disincantato.

Se proprio mi devo augurare qualcosa ‘spero che non succeda di peggio’.

Non so se è una maledizione o una tara specifica di noi italiani.

Riusciamo ad inquadrare le situazioni, perfino a intravederne le soluzioni ma non riusciamo a far niente per incidere sulla realtà negativa al fine di migliorarla: almeno un poco.

Nessuno ci riesce, qualunque sia il partito o il raggruppamento di appartenenza.

Vivere perennemente in questo stato di cose è desolante.

Di che cosa avremmo bisogno?

Di un Ercole che devii il corso del Tevere dentro la città, in modo da ripulirla radicalmente in un batter d’occhio?

Roma è bella da svenire ed è sozza da far venire il voltastomaco.

Come si può tollerare che un tale scrigno di bellezza affoghi nel lerciume?

Per l’anno nuovo?

Non oso augurarmi niente: spero solo di non sprofondare.

È troppo poco?

Non so.

Me lo farei bastare.