UMANO TROPPO UMANO (22-12-2022)

C’è troppo umano sulla Terra.

Nietzsche considerava spregevole ciò che riteneva semplicemente umano.

È necessario abbandonarlo, superarlo, per attingere al ‘piú che umano’, al sovrumano che è fatto di coraggio, di forza, di orgoglio, di potenza, di vigore. La dimensione degli uomini veri, puri e forti che nega i buoni sentimenti, la pietà, la compassione, le flebili vibrazioni del cuore.

Non condivido minimamente le sue affermazioni né la sua impostazione.

Non esistono sotto-uomini, così come non esistono super-uomini.

Esistono persone, uomini e donne, che vengono al mondo per condurre, tutti e allo stesso titolo, un’esistenza almeno dignitosa.

Ogni persona ha delle qualità, delle doti che dovrebbe poter mettere a frutto nel migliore dei modi: per il benessere suo e per il buon funzionamento della comunità cui appartiene.

Ci sono persone che, magari, non sanno fare nulla con le mani ma che possono ‘guidare’ la comunità: quello sarà il loro ‘mestiere’ che non dovrebbe mai trasformarsi in potere personale o sfruttamento.

Tutte le persone hanno pulsioni, sentimenti, affetti e aspirazioni: perché non dovrebbero poterli vivere in pienezza?

Solo i più forti, prestanti ed efficienti dovrebbero godere di diritti?

E Nietzsche? L’assertore del superuomo, dove doveva essere messo con suoi gravi problemi psichiatrici? Non doveva forse essere considerato un peso inutile e condannato a vivere come un reietto, un ‘men che uomo’?

L’unica interpretazione che si può dare all’espressione ‘umano troppo umano’ concerne la quantità.

Mi riferisco, cioè, al problema demografico. L’umanità si è riprodotta troppo e troppo in fretta: almeno negli ultimi due secoli.

Gli esseri umani non sono formiche o moscerini, occupano uno spazio notevole, consumano, ognuno, una quantità impressionante di risorse.

La Terra, dal canto suo, non è infinita, non ha disponibilità o spazi illimitati ed ha proprie dinamiche ‘esistenziali’.

Per cui il sovraffollamento di una sola specie genera squilibri che risultano alla lunga insopportabili non solo a livello del sistema vita ma anche proprio in relazione all’evoluzione stessa del pianeta.

Già adesso consumiamo molti più beni di quelli che ci potremmo permettere.

Per alimentare noi stessi abbiamo messo sotto stress il mondo vegetale mentre abusiamo in maniera intollerabile di quello animale.

Avete mai visto i palazzi in cui allevano maiali in Cina? O certi allevamenti di pollami sparsi un po’ in tutto il pianeta … Per non parlare delle oche, dei pesci, degli ovini e dei bovini …

Lo so, sono scene inguardabili e anche quando qualcuno ce le mette sotto il naso non riusciamo a reggerle, distogliamo lo sguardo e ci giriamo da un’altra parte.

Ma il problema sussiste e se fossimo veramente degli esseri razionali dovremmo prenderlo di petto e non ignorarlo.

E poi c’è tutto il resto che riguarda l’attuale sviluppo della nostra società e che richiede uno sfruttamento feroce, generalizzato e continuato di tutto ciò che il pianeta può offrire.

Per non parlare delle situazioni ambientali sempre più problematiche e difficili da affrontare.

L’effetto serra, la desertificazione, il riscaldamento globale …

Tutti fenomeni che rivoluzioneranno in nostro ‘stare’ sulla Terra.

Più siamo e più sarà arduo e terribile far fronte a certe emergenze.

Ne stiamo saggiando qualche prodromo con le migrazioni in corso: ma siamo solo agli inizi, ad una leggera anticipazione del vero inizio.

Come esseri razionali dovremmo capire che se non ci auto regolamentiamo noi, ci penseranno le carestie, la mancanza di beni primari e le guerre a sfoltirci. Ce l’ha già spiegato Malthus, quasi tre secoli fa.

Altro che ‘superomismo’!

Umano, veramente umano’: questo dovrebbe essere il nostro slogan.

Tendere verso un’umanità che sa contenersi, rispettare sé stessa e gli altri viventi.

Che sa essere veramente ‘razionale’, non ‘pulsionale’, come la voleva Nietzsche.

Che riesce a gestire il problema della natalità in maniera sostenibile.

Così da dare sia a chi già c’è che ai nuovi nati una chance decente, degna di essere spesa.

Qua vedo anche il significato autentico del ‘Natale’: nel segno della responsabilità.