La Terra è piena di ‘buchi’, di voragini: alcuni sono a cielo aperto, altri, più numerosi, sono ‘incoperchiati’ da montagne.
I più famosi, tra i primi, si trovano in Siberia dove qua e là si sono formate delle gigantesche voragini, larghe anche centinaia di metri e profonde altrettanti.
Fenomeni misteriosi (e inquietanti) che non sono stati ancora adeguatamente indagati e studiati. Tendono ad allargarsi, anche, suscitando nelle rade popolazioni locali non poche apprensioni.
I secondi sono i vulcani: sono sparsi un po’ in tutto il mondo e attingono direttamente alle viscere più recondite della Terra.
Ogni tanto si svegliano e, come spinti da una forza incontenibile, lanciano all’esterno i materiali incandescenti che non riescono più a trattenere.
Quella dei vulcani ci sembra, tutto sommato, una minaccia non così disastrosa visto che ormai ci conviviamo da millenni ma se pensiamo che tra le ipotesi riguardanti la fine dei dinosauri c’è proprio l’esplosione di qualche vulcano forse è il caso di stare in campana.
Mi sono venuti in mente questi fenomeni leggendo dei tentativi in corso di perforare la crosta terrestre.
In Islanda stanno provando a perforare la crosta terrestre per creare un pozzo che vada ad attingere energia direttamente al cuore di un vulcano.
Negli USA invece è nata una società che si è proposta di perforare la Terra ben al di là dei 13 chilometri raggiunti dall’Unione Sovietica negli anni’70, nella penisola di Kola.
L’idea è quella di sfruttare le ‘mostruose’ energie che si agitano sotto la superficie terrestre, ad una profondità di qualche decina di chilometri: si tratterebbe di un’energia ‘pulita’ in grado si soddisfare le esigenze di tutta l’umanità.
Sembra tutto così bello, convincente: utile, soprattutto.
Riflettendoci un po’ sopra sorgono subito degli interrogativi.
Andiamo ad attingere energia al centro della Terra, ma saremo poi in grado di controllarla?
E se questi ‘buchi’ si trasformassero in un batter d’occhio in potentissimi vulcani, chi sarebbe in grado di controllarli?
L’energia del sottosuolo non inquina, certo e magari, alla fine, è anche a buon mercato ma siamo veramente capaci di sfruttarla a nostro vantaggio?
O questi tentativi sono in realtà pratiche di apprendisti stregoni che si dilettano a ‘giocare’ con forze smisurate che poi non saranno capaci di controllare?
Mi pare che il dubbio sia quanto meno legittimo: conoscendo, poi, i miei simili ne sono addirittura terrorizzato.
Di fatto avremmo tante altre iniziative da mettere in cantiere ma non le consideriamo: pensiamo che questo nostro tipo di sviluppo sia inarrestabile e che dobbiamo alimentarlo all’infinito, sempre più, costi quello che costi.
Si tratterebbe, invece, di rallentare, di ridurre la corsa, non per il gusto di fermarsi ma per consolidare ciò che già abbiamo acquisito, per estenderlo a quella parte di umanità (la maggiore!) che ancora vive ai margini.
Si tratterebbe anche di comprimere la curva demografica, allargando il benessere generale e sconfiggendo la miseria e le malattie.
Perché noi essere umani invece di organizzare razionalmente noi stessi così da ridurre il nostro impatto negativo sul pianeta, pensiamo invece a come sfruttare ancora di più la Terra?
Perché non scegliamo le cose ‘giuste’ da fare e privilegiamo invece imprese straordinarie che, alla fine, possono portare all’arricchimento di pochi e a rischi mortali per molti, se non per tutti?
Credo che la nostra specie, che tanto si gloria della sua razionalità, sia invece insidiata dal tarlo della follia.
La lotta tra le due istanze deciderà il destino dell’umanità.