NEMESI, DIALETTICA e RICORSI (25-10-2022)

* NEMESI

Nella mitologia greca era la divinità preposta a punire gli eccessi di quegli umani che osavano spingersi al di là dei propri limiti. Ristabilendo l’equilibrio, esercitava una forma di giustizia.

A chi ha studiato letteratura italiana il termine è arrivato con l’ode di Carducci ‘Miramare’. In quel contesto si parla di Nemesi storica. Il poeta considera le sconfitte subite dagli Asburgo nella seconda metà dell’ottocento come una sorta di meritato castigo per tutte le nefandezze compiute nei decenni precedenti, soprattutto in Italia e in Ungheria.

In questo significato mi è ritornata alla mente sentendo come un indiano è diventato primo ministro inglese.

L’Inghilterra tra ottocento e novecento ha conquistato e sottomesso l’India governandola poi con il pugno di ferro. Ha sfruttato le ricchezze del territorio e il lavoro degli indiani ricorrendo anche, in qualche occasione, a degli orribili massacri di civili.

Con l’indiano Rishi Sunak al numero 10 di Downing Street l’equilibrio è ristabilito, almeno in parte: Nemesi ha fatto il suo lavoro.

* DIALETTICA

La vicenda su riportata potrebbe essere interpretata anche ricorrendo a schemi hegeliani.

Mi riferisco in particolare alla dialettica servo-padrone che Hegel illustra nella Fenomenologia dello Spirito.

È una sorta di canone che viene applicato alle vicende Storiche.

Hegel prende in considerazione le lotte per la supremazia che oppongono spesso i popoli o le nazioni.

Succede ad un certo punto che un popolo venga sopraffatto e reso schiavo dal vincitore: comunque sottomesso.

Il perdente è costretto a lavorare e a produrre non solo per sé stesso ma anche per il padrone che, quindi, può esentarsi dalla fatica e vivere di rendita.

Con il passare del tempo, tuttavia, il sottomesso acquista sempre più coscienza del proprio ruolo, della propria forza e, contemporaneamente, sperimenta sempre più l’indolenza e l’intima fragilità del padrone.

Fino al punto da tentare con successo il rovesciamento: il servo conquista il potere e sottomette il suo padrone.

È l’atto finale che è andato in scena oggi al centro di Londra.

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RICORSI

Per quanto riguarda quel che è successo oggi in Italia, più che di Nemesi, parlerei di ‘corsi e ricorsi storici’.

Non intendo riprodurre fedelmente il pensiero di Giambattista Vico ma solo richiamarlo in termini generali.

Secondo Vico la storia umana si sviluppa riproponendo sempre un certo numero di cicli: l’età degli dei (in cui domina un’interpretazione religiosa degli eventi); l’età degli eroi (dominata dagli uomini forti, ‘oi aristoi’, i migliori); l’età degli uomini (in cui l’umanità ‘decide’ finalmente di regolarsi come tale, secondo ragione).

Non credo che le cose vadano sempre così, soprattutto non mi pare che la ‘scansione’ intravista da Vico si riproponga tale e quale in ogni epoca ma penso che nella storia degli uomini si determinino delle ricorrenze indotte da certi meccanismi comportamentali delle masse e delle élites.

Per parlare più chiaramente: quando la destra governando ottiene dei risultati positivi a favore del popolo, è facile che, in occasione delle elezioni, il suo mandato venga confermato.

Lo stesso dicasi per la sinistra.

Per quanto riguarda la situazione odierna noto che, come spesso accade, la sinistra si presenta estremamente divisa, con idee poco chiare, priva quindi della capacità di attirare le masse sui propri programmi.

Il risultato è che la destra si prende tutto il potere. Ed è quello che è successo.

I corsi e ricorsi possono essere interpretati come alternanze: determinate e dalle condizioni economiche e culturali generali e dalla capacità dei politici di interpretare i bisogni e le aspettative delle masse.

Oggi come oggi si può dire che, in questo senso, i rappresentanti della sinistra hanno fallito ed hanno consegnato il potere alle destre.

Potrà anche dispiacere ma a questo punto non mi resta altro che augurarmi che il nuovo governo persegua veramente il bene di tutto il popolo italiano.