PERDERE LA BUSSOLA (17-10-2022)

Vuol dire perdere l’orientamento, perdere il senso delle cose, perdere la consapevolezza di ciò che è veramente importante.

Sta succedendo all’umanità?

È probabile che non si tratti di una perdita vera e propria ma di una mancanza: perché non si può perdere ciò che non si ha.

E che cosa è veramente importante per gli esseri umani, che cosa è determinante per la loro esistenza, al di là di tutto?

Il benessere di base, la tranquillità, l’assenza di dolore e l’affetto dei propri cari.

Se poi c’è anche la benevola accoglienza di chi sta vicino allora c’è proprio tutto.

Siamo invece insidiati dalle pretese dell’egoismo, divorati dalla smania del potere, dominati dalla brama del possesso.

I più forti, siano essi individui o Stati, fanno di tutto per imporsi sui più deboli, per schiacciarli e, possibilmente, annientarli.

Siamo malvagi, come specie, e raramente ci lasciamo vincere dalle spinte positive.

Abbiamo costruito un mondo che si trova sull’orlo del collasso.

La Terra ci sta inviando segnali inquietanti ma chiarissimi e inequivocabili.

Abbiamo sfruttato il nostro ambiente in maniera eccessiva e dissennata.

Abbiamo pensato di non avere limiti, che tutto era permesso, di poter fare e realizzare tutto ciò che era fattibile e realizzabile.

Il pianeta ci sta dicendo che non è proprio possibile, che quando si superano certi confini si innescano delle reazioni pericolose che possono perfino portare alla fine della specie. O comunque ad un suo drastico ridimensionamento.

Noi, che cosa dovremmo fare?

Essendo degli esseri dotati di un minimo di razionalità, dovremmo prenderne atto e correre ai ripari, mettere in atto le opportune contromisure.

Che vorrebbe dire ripensare il nostro modello di sviluppo, estendere il benessere di base a tutta l’umanità risolvendo in questo modo anche il problema dell’eccesso di popolazione, dare vita, insomma, ad una umanità nuova, consapevole soprattutto degli autentici valori cui ispirarsi.

Invece, che cosa facciamo?

Avanziamo in ordine sparso, ogni gruppo, ogni nazione per proprio conto e, per non farci mancare nulla, ci facciamo anche la guerra l’un l’altro.

Assomigliamo ad una mandria di gnu, in corsa sfrenata verso un dove che nessuno conosce, senza l’infallibile istinto di cui sono dotati gli animali, senza utilizzare la facoltà razionale di cui siamo pure dotati.

Riuscirà la nostra diligenza in corsa sbracata in una landa desertica, insidiata non dagli ‘indiani’ ma da ben più terribili mostri, a portare a casa la pelle, a superare gli ostacoli e le insidie che la minacciano da ogni parte?

Lo vedranno i posteri.

Noi possiamo solo agire, fare qualcosa, adottare finalmente comportamenti virtuosi.

Possiamo tentare di salvare noi e i nostri discendenti.

Io credo che abbiamo una chance.

Ma dobbiamo sfruttarla.

Ci vorrebbe un movimento mondiale, Greta non basta.

Un movimento deciso ad opporre quello che H. Marcuse chiamava il Gran Rifiuto.

Il rifiuto di questo modello di sviluppo che ci porta alla morte.

Generatore della spinta che porti ad adottare una linea di condotta che privilegi la vita.

La vita di tutti.

La vita dell’umanità.