LA GRANDE PARATA (22-09-2022)

Ebbene sì, lo confesso, sono tra i 4 miliardi di persone che hanno seguito il funerale di Elisabetta.

Non in maniera continuata, certo, di tanto in tanto, perché uno deve anche vivere: a sufficienza, comunque, per farmene un’idea.

Che cos’hanno dimostrato?

*) La volontà, proterva, delle maestranze inglesi di porsi al centro del mondo. Non ci sono più, ma vogliono far vedere che è come se ci fossero.

*) Da tempo ormai il bastone del comando è passato agli USA, l’altra costola del mondo anglosassone ma gli inglesi ci tengono a far sapere che in quel carro ci sono anche loro.

*) La regina ha vissuto 96 anni e ha regnato per 70: che si vuole di più dalla vita? Non le bastava quanto ha avuto, quanto si è tenuta stretto con le unghie e con i denti, fino all’ultimo respiro? Doveva per forza avere anche un tributo straordinario da parte del mondo intero?

*) Che poi, a ben vedere, che cosa ha fatto di così decisivo per l’umanità? Nel suo Paese si è limitata a tagliare nastri, a presenziare e a viaggiare da un castello all’altro: dato che non ha alcun potere reale. Nel resto del mondo ha portato in giro la sua minuta figura, ha mostrato i suoi stravaganti cappelli e ha abbacinato i guardoni con i colori sgargianti dei suoi vestiti. Meritava per questo l’omaggio del mondo intero?

*) A dire il vero, poi, non ce l’ho tanto con lei che sì si sarà preparata quel funerale in pompa magna che ha avuto ma che, una volta morta, avrebbe anche potuto non averlo. E nemmeno, propriamente, ce l’ho con gli inglesi: loro fanno il loro mestiere, che sanno fare alla grande. Ce l’ho con i nostri media, con le televisioni in particolare che hanno riservato all’evento un’attenzione e un tempo assolutamente spropositati. Per non parlare dei commenti dei giornalisti, tutti in ginocchio con la lacrima in bella evidenza, prostrati davanti ad un trono non loro.

*) Ce l’ho con i nostri politici che hanno permesso e forse incoraggiato uno spettacolo tanto eccessivo. Anzi, non sarà parso loro vero di poter sfruttare, nell’imminenza delle votazioni, uno specchietto per le allodole tanto fuorviante. Così funzionale a fa dimenticare i problemi e i pesantissimi macigni che incombono sulle nostre teste.

In conclusione: Elisabetta ha fatto fino in fondo il suo mestiere. Anche da morta.

Gli inglesi, pure male in arnese come noi, cercano di tener viva nel mondo l’immagine che si erano costruiti a partire dall’800. Un po’ come quei ricchi o quei nobili decaduti che si ostinano ad indossare gli abiti del tempo dell’agiatezza ( una parte che il nostro Vittorio De Sica ha magistralmente recitato in numerosi suoi film ).

Il tutto potrà risultare fastidioso per noi ma nessuno può impedire loro di provarci.

Mi ha disgustato quell’eccesso, quella ridondanza, quella gravità finta e ‘costruita’ che sa tanto di cerimonia religiosa. Per un evento che religioso non è, per un’adunata folkloristica assolutamente mondana, per quell’esibizione sfrontata di un potere che non c’è più.

E’ mia profonda convinzione che gli esseri umani sono tutti uguali: tutti meritano lo stesso rispetto, la medesima considerazione. Non tollero che uno sia innalzato alle vette dell’ammirazione mondiale mentre altri vengono calpestati come sgradevole feccia.

Devono, se mai, essere onorati coloro che si spendono per gli altri, che dedicano la loro esistenza per aumentare il benessere generale. Soprattutto quelle persone che si battono perché anche gli ‘ultimi’ possano vedere un raggio di luce.

Tutto il resto è propaganda, magari grandiosa ma sempre e solo sponsorizzazione di sé stessi.

(E poi, che cos’è il funerale di una regina rispetto all’incombente pericolo di una guerra nucleare? Una ‘danza’ macabra, degna del più profondo Medio Evo).