11 SETTEMBRE … (11/09/2022)

Per non dimenticare.

Tutti ricordiamo l’11 settembre 2001 quando gli aerei dei terroristi si abbatterono sulle torri gemelle di New York e sugli edifici del Pentagono uccidendo quasi 3000 persone e ferendone molte di più.

Il fatto suscitò in tutto il mondo un’emozione fortissima e costituì lo spunto per una nuova e più energica aggressività americana.

Quell’attacco sfidò tutte le leggi dell’ordinaria prevedibilità: era qualcosa di impossibile.

Che però si è realizzato.

Dimostrò che nemmeno la più grande potenza mondiale, l’unica super potenza rimasta, poteva ritenersi al sicuro.

L’odio suscitato dal suo incontrastato dominio un po’ in tutto il mondo si era rivelato più forte del suo enorme potenziale bellico.

Mi dovete permettere, tuttavia, di ricordare un altro ‘11 settembre’, di 28 anni prima: 1973.

Quella mattina le truppe comandate dal generale golpista Pinochet, sostenuto dagli USA, a Santiago del Cile, assaltarono il palazzo presidenziale de La Moneda e uccisero il presidente Salvador Allende che era stato democraticamente eletto.

I più giovani non possono rappresentarselo, altri che non hanno vissuto quella stagione con un forte coinvolgimento emotivo non ricordano ma io che c’ero e che avevo partecipato alle tante manifestazioni che venivano organizzate per la libertà del Vietnam e a sostegno dell’azione governativa di Unidad Popular, io come tanti altri abbiamo subito uno choc epocale.

Il drammatico evento rappresentò la fine di un’epoca.

Una sorta di pietra tombale fatta calare con virulenza non solo sulle aspettative del Cile ma anche sulle speranze di cambiamento delle giovani generazioni sparse un po’ in tutto il mondo.

Quindi per me ‘11 settembre’ ha una doppia valenza, non ha un significato univoco.

Gli aerei dei terroristi che hanno abbattuto le torri gemelle hanno vendicato, 28 anni dopo, i minacciosi aerei che, su istruzione degli USA, hanno bombardato il palazzo presidenziale di Allende?

È una lettura possibile, che è stata fatta ma che mi sembra improponibile: se non altro per rispetto delle migliaia di persone che, ignare, hanno perso la vita nell’ecatombe newyorchese.

E tuttavia mi rendo conto che, magari Carducci, avrebbe parlato di nemesi storica.

A me piace non confondere le cose, tenere separati gli avvenimenti valutando ognuno per quella che è la sua portata nel momento in cui si presenta.

Non credo che la Storia sia guidata da un qualche burattinaio extra umano che tira le fila.

La storia la fanno gli uomini, con il loro carico di aggressività e cattiveria che non ha bisogno di apporti passati ma che vive e si fa bastare le contingenze del momento.

Anche se è innegabile che noi, considerando la Storia, ricaviamo l’impressione che, in effetti, chi colpisce e massacra prima o poi paga il conto.

È veramente così?

C’è qualcuno o qualcosa che si adopera affinché le cose vadano proprio in quel modo?

Non lo credo.

Anche se accade.

Per concludere: mi premeva ricordare che ’11 settembre’ non è solo le torri gemelle ma è anche il palazzo de La Moneda.