ELISABETTA regina (09-09-2022)

Ieri ho scritto un post (PD + Elisabetta -vario-) nel quale ho usato delle espressioni poco carine nei confronti della regina che risultava malata ma la cui morte è stata annunciata dopo la pubblicazione della mia riflessione.

Le frasi dedicate a Elisabetta possono sembrare irriverenti e, considerata la morte, anche inopportune.

A questo proposito vorrei precisare:

*) I re e le regine (tutti) + tutti i cosiddetti ‘nobili’, non mi sono mai stati simpatici. Non nutro alcuna deferenza nei loro confronti e non ho mai capito l’ammirazione e la devozione manifestate da larghi strati di popolazione.

*) Per me gli esseri umani sono tutti uguali, quanto a dignità e a prerogative. Non esistono nobili nel mio Famedio, ma solo persone che si sono distinte nel procurare il maggior benessere possibile per l’intera umanità.

*) I re e i nobili appartengono a casate che nel corso dei secoli si sono imposte con ogni mezzo sul resto della popolazione cui hanno progressivamente sottratto privilegi, garanzie e beni materiali. Un patrimonio che poi hanno sempre difeso con le unghie e con i denti. Tutto ciò che posseggono andrebbe restituito al popolo che ne è il vero e autentico proprietario. D’altra parte è quel che succede quando viene abbattuta una monarchia: le sue proprietà, i palazzi, i castelli vengono confiscati e rimessi nelle mani del popolo e delle nuove istituzioni. È successo in Francia, in Italia e quasi dappertutto. Succederà la stessa cosa anche in Inghilterra.

*) In particolare, poi, la monarchia inglese mi è sempre stata oltremodo antipatica a causa dello spazio e del peso specifico che i nostri media le hanno sempre concesso. Non potrò mai dimenticare i servizi ridondanti, elogiativi e smaccatamente schierati dei vari Paternostro e Caprarica, tanto per fare solo qualche nome. Ogni volta mi chiedevo: cosa c’entriamo noi con la monarchia inglese? Che senso hanno quell’enfasi e quell’incenso irrorato in modo tanto acritico? Fossimo inglesi, potrei forse capirlo, ma noi italiani che cosa abbiamo a che fare?

*) Posso ammirare un Gino Strada, Madre Teresa di Calcutta che con tutti i loro difetti hanno impegnato la vita a favore dei più disgraziati, delle persone sofferenti. Ma che senso ha che io lodi, ammiri e incensi delle persone che dalla vita hanno avuto tutto e di più, che conducono un’esistenza da nababbi, che, in un mondo segnato dalla sofferenza, dalle malattie e dalla miseria, vivono dentro una bolla intoccabile piena di ogni ben di Dio, ammantati di privilegi che le persone comuni non riescono nemmeno a concepire?

In conclusione: è chiaro che non ce l’ho con Elisabetta in particolare ed è anche evidente che, di fronte alla morte, le mie contumelie imboccano altre direzioni.

Semplicemente credo che tutte le persone, al di là dei titoli, delle prerogative e degli averi personali in vario modo accumulati, hanno la stessa dignità e lo stesso diritto ad un’esistenza decorosa.

Non mi piace il sistema che permette ad alcuni di accumulare ricchezze stratosferiche lasciando gli altri nell’indigenza e nella sofferenza.

Sono convinto che in quel sistema c’è qualcosa di sbagliato e di profondamente ingiusto, delle leggi che permettono a chi è più forte e astuto di sottrarre ricchezza alla massa meno attenta e vigile.

Sull’origine della proprietà privata sono completamente d’accordo con Rousseau: l’eccesso di ricchezza andrebbe restituito a favore di chi ne è stato spogliato.

Non sono contrario alla proprietà privata in quanto tale, non tollero i suoi eccessi.

Tornando a Elisabetta e per mettere punto: non dico che non sia stata una buona governante, critico solamente la sua hybris, che si è manifestata nel suo smodato attaccamento alla carica e al potere.

In quanto nobile, poi, rientra nelle osservazioni generali che ho appena illustrato: non esistono nobili, nel mio modo di vedere, esistono solo persone che hanno diritto ad alimentarsi, a curarsi delle malattie, a ridurre le loro sofferenze e a vivere, tenendo conto del contesto sociale, al massimo delle loro possibilità.

I nobili hanno rastrellato tutto ciò che posseggono ricorrendo all’uso della forza, con la prepotenza e la prevaricazione.

Se fossero veramente nobili d’animo dovrebbero restituire alla comunità di appartenenza, tutto ciò che il loro casato ha indebitamente sottratto nel corso dei secoli, mettendosi poi a condurre l’esistenza di tutti.

Pace all’anima di Elisabetta, pace all’anima di tutti quelli che ci lasciano, pace soprattutto per coloro che hanno condotto una vita di stenti e di sofferenze.

Davvero questi ultimi avrebbero bisogno di essere in qualche modo gratificati con una nuova vita felice dopo la morte.

Un pio desiderio?

Hoc est in votis: amen.