Fa un certo effetto restare a casa e ascoltare le notizie riguardanti i vacanzieri.
E chiedersi: ‘dove li prendono i soldi per le vacanze i milioni di vacanzieri italiani? Non eravamo tutti sul lastrico? Dove sono i milioni di italiani che normalmente non arrivano a fine mese? Tutti in vacanza con il reddito di cittadinanza? E dopo? Avranno ancora un po’ di lacrime per piangere, dopo?’
Ironia a parte volevo solo sottolineare il profondo divario che spesso si crea tra le parole e gli eventi: soprattutto tra le trombonate e i fatti.
E in ogni caso è consolante constatare che, nonostante tutto, non siamo ancora alla canna del gas.
O se lo siamo, è come se non ci fossimo. Il che è sempre più positivo della tragedia nuda e cruda.
Nel frattempo, in tante parti del mondo si ‘gioca’ alla guerra: quella vera, fatta di bombe e di morti ammazzati, quella minacciosa strombazzata con proclami ultimativi che seguono atti sconsiderati, quella endemica che, senza alcuna risonanza – nemmeno un trafiletto di cronaca -, si consuma ogni momento in tanti posti dell’orbe terracqueo.
Io sto qui, nel mio recesso infuocato, ad esercitare i polmoni per impedire che si secchino, a stantuffare la pompa cardiaca per fare arrivare il sangue anche là dove giunge sempre più faticosamente; a tentare un’ipotetica e mentale composizione tra la vacanza e la guerra.
E a chiedermi: quale delle due prevarrà?
Se considero la Storia non ho dubbi: la guerra ci trascinerà tutti nel baratro, è sempre successo.
Ma poi c’è l’ottimismo, non della ragione né quello della volontà: c’è l’ottimismo della fantasia, della speranza infondata e folle ma dura a morire, l’ottimismo dell’imprevedibilità che non ha nessun fondamento anche se sempre aleggia alimentato dall’immaginazione e dalla pulsione della sopravvivenza.
Che cosa concludo?
Niente.
Non ho alcun tipo di certezza: d’altra parte, anche ne avessi, questo caldo e quest’afa le sgretolerebbero e le dissolverebbero in un miraggio che, simile ai nuvoloni provocati dagli incendi, alla fine svanirebbe sul mio balcone in forma di particelle inquinanti.
Viva i vacanzieri, dunque, che senza avere un euro in tasca si buttano anima e corpo nell’impresa di procurarsi qualche attimo di relaxe: senza pensare al dopo che, magari, per quella breve evasione chiederà pure gli interessi.
Abbasso i guerrafondai che non sanno fare altro che massacrare e distruggere: spero che il loro conto finale sia, non salato, ma micidiale.
Quanto a me, appollaiato in questa minuscola garitta da Fortezza Bastiani, spero di sopravvivere per poter rivedere e risentire, dopo mesi di latitanza, qualche goccia di pioggia e una ventata di aria fresca.