Lo struzzo è l’animale che, di fronte a una minaccia, nasconde la testa sotto la sabbia.
Diciamo noi.
In realtà pare che questo comportamento abbia svariate altre motivazioni, tra le quali: schiacciarsi al suolo per mimetizzarsi; allungare la testa sul terreno per alimentarsi con l’erba; rigirare con il becco le uova sistemate dentro una buca nel terreno …
E noi?
Andiamo sulla luna, esploriamo Marte e l’intero universo, abbiamo inventato le tecnologie più sofisticate per dare un figlio anche alle coppie sterili, abbiamo creato strumenti strabilianti per il divertimento e per ammazzarci tra di noi, abbiamo prodotto un mondo parallelo, il mondo virtuale …
Tuttavia non siamo progrediti di un centimetro rispetto alle contingenze drammatiche che minacciano la nostra esistenza, anzi: tutti i problemi, anziché risolverli li abbiamo se mai aggravati.
Con totale incoscienza.
Che cosa abbiamo inventato per prevenire e rendere innocui i terremoti?
Per imbrigliare la potenza dei vulcani?
Per contrastare uragani e tsunami e magari sfruttarne a nostro vantaggio l’energia?
Per contenere le alluvioni?
Per impedire e spegnere gli incendi?
Per bloccare sul nascere le pandemie?
Per conservare l’acqua potabile?
Prendiamo la siccità: ricordo che qualche decennio fa si parlava di metodi e strumenti per favorire le precipitazioni.
È stato fatto qualcosa?
Il ‘progresso’ ha invece aggravato le nostre condizioni di vita portandole in qualche caso vicino al limite estremo.
E così assistiamo impotenti al succedersi di eventi sempre più catastrofici continuando ‘allegramente’ a consumare in maniera dissennata e a distruggere.
Tra poco respireremo solo anidride carbonica e non avremo più acqua da bere.
Che importa?
Abbiamo sempre i droni per divertirci e sterminarci e gli occhialoni per muoverci nel mondo virtuale.
Possiamo addirittura concederci una passeggiata sulla Luna.
Che cosa vogliamo di più e di diverso?
Chi sono, allora, i veri struzzi?