DRAGHI (2) (28/06/2022)

Brevemente.

Mi pare diventato il megafono di Biden.

Il suo portavoce.

Enfatizza i suoi slogan, a volte addirittura li precede e li amplifica.

Parla mai dell’Italia?

Da tempo non sento più una parola sul nostro Paese.

È tutto preso dalla Russia e dalla guerra contro l’Ucraina.

Prima insisteva sui soldi che dovevano arrivare dall’Europa per far ripartire il Paese.

Li ha richiesti nei tempi dovuti, credo.

Sono arrivati?

È partito qualche progetto?

Io non ho sentito più niente e non so più niente.

So solo che siamo in una situazione tragica, anche a prescindere dalla guerra e dal Covid.

Disoccupazione generalizzata, inflazione galoppante, siccità micidiale, licenziamenti a raffica, migranti a go go … C’è altro? Moltissimo altro ancora che, tuttavia, non traspare minimamente dai discorsi del salvatore della patria.

Capisco che sta lavorando per sostituire Stoltenberg a capo della Nato ma dovrebbe dirlo, così sarebbe tutto più chiaro.

Potremmo anche scegliere un altro Presidente, uno che si interessi finalmente delle questioni nazionali.

Questo Draghi, portavoce di Biden, a noi non serve più.

Non ci serve più il Draghi che compra il gas liquido americano a prezzi maggiorati, che sta portando l’Italia a livello della Grecia di qualche anno fa.

Va’ dove ti porta il ‘cuore amerikano’, mister Draghi e lascia che noi troviamo il modo di sopravvivere.

Forse ci riusciremo anche senza di te.

A questo punto, penso, meglio senza di te.