La società liquida.
Vivere nella SL non è facile ed è pericoloso.
Lo dimostrano le guerre e le migrazioni, nonché gli episodi di violenza gratuita che macchiano la vita quotidiana di intere popolazioni.
La fine delle idealità, religiose e laiche, per le masse non è stato un fatto positivo.
Non si potevano certo mantenere in vita artificialmente, ma andavano sostituite con altri ideali, più ‘razionali’ e ‘sociali’ ma egualmente coinvolgenti sotto il profilo emotivo.
D’altra parte le migrazioni indiscriminate combinate con l’ideologia buonista, hanno spazzato via ogni carattere distintivo delle popolazioni, le hanno abrase e livellate esponendole indifese alla carica delle passioni e delle pulsioni.
Oggi ci sono ancora grandi masse, miliardi di individui, che seguono le ideologie religiose: bisogna riconoscere che è un bene.
Se così non fosse resterebbero come alternativa solo i regimi totalitari: al posto dell’ideologia religiosa e degli altri collanti laici ormai dissolti, per tenere insieme la società ci sarebbe soltanto la forza bruta coercitiva.
Abbiamo barattato gli ideali con le merci, lo spirito di comunità con l’esaltazione sfrenata dell’ego, il destino comune con il successo individuale: dove siamo finiti?
In una società che sarà anche liquida ma che è soprattutto violenta e imprevedibile, disarticolata e insicura.
Abbiamo lasciato la guida dei popoli in mano alla finanza, abbiamo pensato che i guru delle tecnologie e del mercato fossero davvero interessati al bene comune.
Abbiamo scoperto, lo scopriamo ogni giorno di più, che la prima è un mostro impersonale che fagocita tutto e tutti al fine di realizzare sempre nuovi profitti, accumulare ricchezze per realizzare i propri personalissimi piani.
I secondi si sono rivelati (e si rivelano sempre più) inadeguati a svolgere un qualunque ruolo sociale e comunitario, presi come sono, ognuno, dalla hybris e dall’ossessione di dare corpo a quello che credono il proprio sublime destino.
Il risultato?
Siamo in preda alle pandemie e alle guerre mentre all’orizzonte si riaffacciano i terribili spauracchi di sempre: carestie, fame, malattie.
Avremmo bisogno di guide sagge e lungimiranti, davvero comprese del bene comune, capaci di creare passioni positive, di trascinare le masse e di riaccendere la speranza.
Non voglio infierire sugli attuali leader mondiali, dico solo che sono del tutto inadeguati rispetto alle contingenze e spesso addirittura esiziali.
Abbiamo bisogno di un cambiamento radicale che trasformi ciò che è ‘liquido’ in sostanza.
Che impedisca a singoli personaggi (alla Soros, tanto per intenderci) di decidere i destini dei popoli.
Che ponga al primo posto la sopravvivenza e il benessere dell’intera umanità: intesa come una sola comunità.
Avremmo bisogno …