Abbiamo tutti dovuto sorbire l’interminabile sequela di servizi televisivi riguardanti il giubileo di Elisabetta.
Non ho mai capito l’infatuazione degli inglesi per la loro regina, meno ancora riesco a digerire lo smodato interesse dei media nostrani (non me ne voglia Caprarica).
Che cosa abbiamo a che fare noi con una anziana signora, perennemente addobbata in stile carnevalesco, rimane per me un mistero.
Mi rendo conto che la democrazia ha mille difetti ma non riesco a sopportare che a capo dello Stato ci sia un clan famigliare che si trasmette il potere nei decenni e nei secoli per diritto di sangue.
È una consuetudine tardo antica e medievale, del tutto estranea alla modernità.
La Storia ha qualcosa da dirci in proposito: il periodo migliore dell’impero romano è stato il secondo secolo dopo Cristo, quando l’abitudine di tramandare il potere ai propri consanguinei è stata sostituita dal criterio dell’adozione.
Ogni imperatore non lasciava il comando a un proprio figlio o parente stretto ma lo trasmetteva ad una persona che si era dimostrata assennata e capace.
Detto questo non voglio affermare che Elisabetta non sia stata all’altezza del suo compito ma mi interessa stigmatizzare l’atteggiamento dei suoi sudditi che sembrano attribuirle chissà quali doti e che quasi la venerano come una divinità.
Per come la vedo io, Elisabetta è un’anziana signora vestita sempre in modo stravagante che recita per contratto una parte pubblica molto redditizia, per lei e per la sua famiglia.
È una persona che già da qualche tempo avrebbe fatto bene a ritirarsi a vita privata a coltivare i suoi ricordi e a ringraziare Dio (il caso, il destino, la vita) per l’immensa fortuna toccatale.
Quanto agli inglesi che hanno costruito uno sterminato impero basato sulla prevaricazione e sui massacri, anziché continuare a bearsi del presente e magari pretendere di insegnare agli altri quel rispetto per le persone che non hanno mai avuto, farebbero bene a ripensare la loro storia recente.
Un esercizio che potrebbe indurli ad una maggiore moderazione e spingerli ad una profonda revisione critica del loro non immacolato passato.
Tutto il resto appartiene al carnevale.