A Kharkiv, usciti i russi, gli ucraini hanno abbattuto la statua di Alexander Nevskij.
Che storia ha l’Ucraina?
Una storia strettamente intrecciata a quella russa, per lunghi secoli è stata la stessa storia della Russia.
Gli ucraini, in particolare Zelenskji e i suoi, non hanno capito una cosa elementare che anche un bambino della materna capirebbe: la storia non si può cambiare.
Gli Ucraini, come i russi, appartengono all’etnia degli slavi dell’est che, nel corso della storia, si sono divisi e riunificati, contrapposti e pacificati più e più volte.
L’Ucraina, in particolare è stata spesso smembrata e ricomposta: la parte occidentale è stata sottomessa a volte ai polacchi, altre volte all’impero asburgico (lasciando da parte mongoli e ottomani); le regioni orientali sono state tributarie della Russia, sia di quella zarista che di quella sovietica.
La storia dell’Ucraina come stato unitario indipendente è piuttosto recente e, naturalmente, sconta tutti i precedenti storici cui ho appena accennato.
E vengo ad Aleksandr Nevskij.
Era il principe di Novgorod e Vladimir , due regioni abitate dai Rus’.
I Rus’ erano una popolazione formatasi dalla fusione di elementi variaghi (provenienti dalla Scandinavia) e slavi dell’est stanziati nell’Europa orientale fin dai primi secoli della nostra era.
I Rus’, a partire dal nono secolo soprattutto, diedero vita a due centri principali: Novgorod, più a nord, e Kiev nelle pianure più a sud. I principi governanti dell’uno e dell’altro centro, furono spesso gli stessi, trattandosi, appunto, delle medesime popolazioni.
A partire dal 13° secolo Kiev perse la sua indipendenza a favore dei mongoli dell’orda d’oro, mentre il potere di Novgorod si trasferì a Mosca che nel giro di pochi secoli divenne il centro dei Rus’.
Gli antecedenti di Aleksandr Nevskij erano stati principi di Kiev, mentre i suoi successori lo divennero di Mosca.
Aleksandr Nevskij, per garantire l’indipendenza dei Rus’, combatté spesso e vittoriosamente contro gli svedesi e i Cavalieri Teutonici.
Notevole è stata la battaglia sul lago ghiacciato, Lago dei Ciudi o Lago Peipus, in cui le truppe di popolani organizzate da Aleksandr Nevskij, ebbero la meglio sulla cavalleria dei teutonici che, appesantiti anche dalle loro armature, affondarono in più punti nel lago.
Famosa è la rievocazione di quella battaglia fatta negli anni trenta del ‘900 dal regista Ėjzenštejn, con musica di Sergej Prokof’ev. nel film intotalato, appunto, Aleksandr Nevskij.
Posso solo aggiungere che Aleksandr Nevskij fu fatto santo dalla Chiesa ortodossa russa nel 1547 e che Pietro il Grande ne fece trasportare le spoglie a San Pietroburgo. A lui, in Russia, sono stati dedicati monasteri e chiese.
Torno all’inizio e chiedo agli ucraini di Kharkiv: che senso ha abbattere le statue di Aleksandr Nevskij?
È come se un popolo volesse cancellare la propria storia.
(D’altra parte, se in America abbattono le statue di Cristoforo Colombo …)