Con il termine Ellenismo si intende solitamente quel periodo storico che va da Alessandro Magno a Ottaviano Augusto.
Dal punto di vista geografico e politico riguarda più l’Europa sud-orientale e il Medio Oriente che l’Europa occidentale. Tutta l’area che stava per diventare di lingua e cultura greca.
Nell’Europa occidentale cresceva la potenza di Roma: prima impegnata a risolvere la dura contesa con Cartagine, poi dedita al consolidamento delle sue conquiste e alla definizione della struttura politica interna.
Sul piano culturale nascono e si sviluppano diversi orientamenti filosofici che in vario modo tentano di sostituirsi alle ‘ideologie forti’ che avevano dominato le polis del periodo classico.
Queste scuole filosofiche non mostrano molto interesse verso le problematiche metafisiche ma privilegiano in parte gli approfondimenti gnoseologici e, più ancora, le riflessioni morali ed etiche.
Al centro della loro riflessione pongono l’uomo, non tanto inteso come soggetto politico di una polis ma considerato come individuo sottomesso ad un potere lontano ed estraneo che agisce non più attraverso assemblee o organismi democraticamente eletti ma con strutture burocratiche distaccate e impersonali.
In questo quadro diventa importante imparare a gestirsi come individui, saper bastare a sé stessi, adottare i comportamenti più idonei a ridurre le frizioni con il mondo esterno e ad incrementare l’auto stima personale.
Tutte le scuole filosofiche che si affermano in questo periodo (dagli scettici agli epicurei, dai cirenaici ai cinici – nati primi ma affermatisi a partire dalla fine del IV° secolo) mettono l’accento sulla forza interiore da costruire e coltivare a partire dalla capacità di non farsi condizionare dagli eventi politico-sociali del proprio tempo.
‘Vivi nascosto’, esorta Epicuro; per Pirrone l’ideale da conseguire è l’atarassia, l’assoluta imperturbabilità di fronte agli eventi esterni; Diogene si rifugia dentro una botte e se la fa bastare; i cirenaici esortano a ridurre il più possibile il dolore e a ricercare il piacere.
Solo gli Stoici elaborano una filosofia orientata a sviluppare un atteggiamento positivo e costruttivo nei riguardi della società. Anche se, a ben vedere, pure nella loro visione, centrale resta l’individuo che deve acquisire quelle attitudini morali che gli permettano di vivere in pienezza la propria interiorità senza farsi condizionare dalle negatività esterne.
Ho richiamato in modo molto succinto alcune delle suggestioni culturali che caratterizzarono il periodo ellenistico partendo dall’assunto che la nostra epoca in qualche aspetto lo richiama.
Ma è proprio così?
Credo che l’indebolimento delle religioni tradizionali, la sparizione degli ideali forti che hanno caratterizzato il ‘900, la morte delle ideologie, la burocratizzazione del potere pubblico, la progressiva e marcata incapacità dei singoli non dico di incidere sulla formazione delle leggi ma anche solo di entrare in contatto con chi esercita nei fatti il potere, ecco, tutti questi mi sembrano aspetti comuni.
Sul piano politico generale, l’indebolimento della potenza americana e l’ascesa della Cina, tenuto conto anche della Russia e dell’Europa, per non parlare di India e Giappone, farebbero pensare ad una sistemazione simile a quella dei diadochi. Un insieme di poteri di peso politico e militare più o meno equivalente, in perenne competizione tra loro, alla ricerca di una supremazia irraggiungibile.
Non so esattamente come vivessero le persone comuni nell’età dell’Ellenismo e nei territori dell’Ellenismo ma credo di poter affermare che nella nostra epoca gli individui vivono un profondo senso di spaesamento e di disagio: mancano gli ideali forti in grado di cementare le comunità rendendole capaci di resistere alle tendenze disgregatrici per coltivare la creatività e il benessere comune; d’altro canto furoreggiano ‘pensieri unici’ branditi come clave e usati per dar vita a poteri di parte.
E non abbiamo, sul piano culturale, qualcosa di nemmeno lontanamente paragonabile alle filosofie ellenistiche.
Che fare?
O elaboriamo qualche nuovo indirizzo filosofico o recuperiamo e adattiamo quegli antichi.
Non abbiamo alternative.
Se vogliamo sopravvivere allo ‘sgarbismo’ imperante.