IL NUOVO ORDINE (07-05-2022)

La guerra in corso potrebbe consentire il raggiungimento di un obbiettivo inimmaginabile, fino a poco tempo fa.

Potrebbe favorire la nascita di una nuova coalizione in grado di tenere testa al blocco guidato dagli USA.

Russia, Cina e India hanno scoperto di avere tutte un unico antagonista a livello mondiale: gli Stati Uniti, appunto.

Potrebbero coalizzarsi ufficialmente in modo più stretto e dar vita ad una forte alleanza di lungo corso.

Tutti scrivono che gli USA sono una potenza in declino: non so se questo sia del tutto vero e quanto lo sia.

So per certo che, pur fiaccati sul piano economico, dispongono però di un arsenale bellico impressionante.

E questa è la condizione più drammatica: non c’è niente di più pericoloso di una potenza in declino armata fino ai denti.

Supportata, tra l’altro, da una nazione come l’Inghilterra che non ha ancora digerito la perdita del suo impero e che vive di rivalse improponibili e irrealizzabili (o miseramente attuabili come nel caso delle Malvinas).

L’ascesa della nuova coalizione potrebbe stabilizzare la vita dell’umanità, vanificando sul nascere i tentativi dell’unicum di imporre sempre, comunque e dovunque la propria volontà.

Potremmo avere una situazione simile a quella della seconda metà del ‘900: una sorta di guerra fredda prolungata che ha conosciuto sì tensioni acute ma che ha evitato disastri come quello in corso.

Una notazione per l’Europa: dopo aver dominato la scena mondiale per secoli, si trova adesso confinata in un ruolo del tutto secondario. Situazione dovuta principalmente alle sue divisioni. Gioca ancora un ruolo economico ma fino a quando?

Come ho già scritto l’Europa aveva una grande chance, per restare a galla, allearsi con la Russia, potenza con cui condivide la vicinanza e secoli di storia.

L’ha sprecata in malo modo: un po’ per insipienza e miopia e un po’ per l’azione degli USA assolutamente contrari a quell’ipotesi per propri interessi di bottega. Fieramente e pervicacemente aiutati dall’Inghilterra.

Adesso o recupera in fretta un minimo di vera unità che le consenta di esercitare un certo ruolo, pur in una situazione di sostanziale subalternità, oppure è destinata all’irrilevanza più totale. Sommamente pericolosa, tra l’altro, soprattutto in termini di indipendenza.

L’Italia? Un vasetto di coccio oscillante tra botti di acciaio.

Dovrebbe avere dei politici alla Talleyrand o almeno alla Andreotti per valorizzare le sue bellezze e recitare la parte del vecchio saggio.

Altro non possiamo fare; sta di fatto che con le attuali guide politiche rischiamo una catastrofica rovina.

Intanto speriamo di evitare la guerra (che il nostro capetto sta per andare a promettere al padrone), soprattutto la guerra atomica.

Finita la pandemia e l’attuale conflitto, avremo bisogno di chi ci dia una mano per ripartire.

E di tanta fortuna.

Speriamo, con il tempo, di trasformarci da vasetto di coccio in pacchetto di cartone restando sempre ininfluente ma riuscendo almeno, pur ammaccato, a sopravvivere.

Non possiamo pretendere molto di più.