L’Europa, geograficamente parlando, è un’appendice della Russia, il cui corpo enorme si sostanzia poi con gli immensi territori asiatici.
Si potrebbe anche dire che Europa e Russia costituiscono un tutt’uno, una sorta di immensa penisola del continente asiatico.
Per arrivare all’attuale sistemazione politica, l’Europa è passata attraverso numerosissime guerre, alcune delle quali oltremodo disastrose.
Altrettanto convulsa, se non di più, è stata la storia della Russia.
Europa e Russia si sono spesso ignorate nel corso dei secoli ma si sono anche incontrate con esiti positivi per entrambe.
E credo si possa anche affermare che la Russia ha accumulato degli importanti crediti nei confronti dell’Europa.
Ha prima fermato e poi respinto gli eserciti mongoli arrivati alle soglie dell’Europa; ha contenuto l’espansione islamica; ha dato un contributo fondamentale alla sconfitta di Napoleone, pagandone anche un prezzo altissimo; sia nella prima che nella seconda guerra mondiale del novecento ha partecipato all’alleanza costituita dalle potenze occidentali in funzione antitedesca: nella seconda guerra mondiale si è immolata per sconfiggere il nazismo, perdendo nello scontro più di 20 milioni di persone.
Voglio solo aggiungere che l’Illuminismo francese del ‘700 ha trovato proprio in Russia, grazie all’intelligenza della zarina Caterina II, una sponda sensibile alle sue istanze.
Quasi come contropartita abbiamo ricevuto dall’ottocento culturale russo, una letteratura che ha toccato vette insuperabili.
Insomma a ben vedere, ci sarebbero stati e ci sarebbero, un’infinità di validissime ragioni – geografiche, storiche, culturali … – per fare della Russia e dell’Europa una sola entità.
Questo non è avvenuto: hanno vinto le differenze che pure esistono, la diffidenza e, alla fine, la contrapposizione.
E qui vengo agli USA.
A mio modo di vedere non si è arrivati a quello che sembrava l’esito più scontato, per un’infinità di motivi, non ultimo la tenace volontà contraria dell’America (sempre sostenuta in questa sua politica dall’Inghilterra).
Alla fine degli anni ‘80 del ‘900, quando la Russia ha finalmente tagliato i ponti con lo stalinismo, si è materializzata l’occasione per un incontro proficuo con l’Europa, per realizzare finalmente quel destino comune che è scritto nella geografia e nella storia di entrambe.
Gli USA (e la Gran Bretagna) hanno sempre visto questa eventualità come il fumo negli occhi: la tecnologia, la scienza e l’arte europee unite al potenziale economico e militare della Russia avrebbero costituito a livello mondiale, un blocco di eccellenza insuperabile.
Ragion per cui l’America ha sempre fatto di tutto per allontanare l’Europa dalla Russia, condannando la prima alla subalternità e respingendo la seconda in braccio ai suoi ricorrenti rigurgiti totalitari.
È quello che sta succedendo in questo periodo: gli Usa, abituati a condurre guerre sanguinosissime e disastrose, non sono certo colpiti dalle distruzioni provocate dai bombardamenti russi in Ucraina.
Vogliono semplicemente approfittare dell’orrenda mattana di Putin per assestare un duplice colpo: indebolire la potenza militare russa, e ridimensionare il vigore dell’economia europea.
Al di là dei pretestuosi proclami sulla libertà e sulla democrazia, questo solo credo sia lo scopo degli USA.
Che vogliono perseguire ad ogni costo: fino all’uccisione dell’ultimo ucraino, fino a trascinare l’Europa in una guerra atomica.
Ma l’Europa dov’è?
Non pervenuta.
Totalmente succube degli USA. Incapace di una qualsiasi proposta autonoma, bella addormentata in un bosco pieno di insidie mortali.
Immemore persino della saggezza popolare che recita: ‘dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io’.
Ci vorranno davvero le bombe atomiche, per risvegliarla?