UNO SGUARDO DALL’ALTO (12-04-2022)

Servirebbe a volte, per capire e valutare i comportamenti degli uomini, innalzarsi al di sopra del nostro pianeta anzi, uscire proprio dal sistema solare per guardare la Terra dal centro dell’Universo.

Che cosa vedremmo?

Un puntino sperduto nell’immensità dei mondi, confuso in mezzo a miliardi di stelle, insidiato da più parti da quei mostri cosmici che chiamiamo buchi neri.

Nonostante tutto dovremmo riconoscere che questa inezia dell’Universo è qualcosa di meraviglioso, con la sua estrema varietà di forme di vita, con la sua atmosfera vivibile e godibile, con la molteplicità delle opportunità e delle situazioni.

La crosta di questo pianeta è sovra popolata da una specie che si auto definisce razionale.

Partendo da questo assunto penseresti che gli individui ‘razionali’ siano impegnati a godere di tutte le bellezze della loro casa, a moltiplicarle anzi, preservando e migliorando i suoi connotati essenziali.

Invece no.

Li vedi intenti a riempire la superficie di sempre nuovi edifici e strutture togliendo spazio al verde e agli altri esseri viventi; occupati a trivellare e a scavare la crosta che abitano per estrarne materiali che poi bruciano creando una cappa che rende l’atmosfera irrespirabile; interessati a scontrarsi, a massacrarsi e a distruggere le loro abitazioni.

Più che ‘razionale’, pare una specie insidiata dal tarlo della follia, da una sorta di impulso all’autodistruzione.

Sembra incredibile ma è tutto vero.

Questa specie sa benissimo che il pianeta che abita, la sua casa, è soggetto periodicamente ad una serie di cambiamenti ed assestamenti che potrebbero causare immani distruzioni: dovrebbe, quindi, coltivare la solidarietà e mettere in atto tutti gli accorgimenti necessari per fronteggiare anche gli avvenimenti più drammatici.

E invece si comporta proprio come quegli erbivori che, pur sapendo di essere osservati da un branco di leoni affamati, si combattono tra di loro per conquistare il diritto all’accoppiamento.

Dov’è la razionalità?

Giovanni Pascoli, riferendosi in particolare agli abitatori ‘razionali’, definisce il nostro pianeta come ‘atomo opaco del male’.

Io non so se gli uomini riusciranno a riscoprire in tempo quel briciolo di razionalità che pure li connota: so per certo che se continueranno a farsi guidare solo dalle pulsioni non faranno altro che affrettare la loro fine.

Molto prima che la stessa Terra finisca.

Perché, ad essere sinceri fino in fondo, non è la Terra, in quanto pianeta, ad essere un ‘atomo opaco del male’ ma sono i suoi abitatori ‘intelligenti’ che mostrano una congenita e insopprimibile propensione verso il male.

Le guerre lo certificano.

Quelle in corso dimostrano anche che gli esseri ’intelligenti’ che dominano la Terra, non hanno imparato e non sanno imparare niente dalla loro storia e sono quindi condannati a ripetere sempre gli stessi errori.

Fino alla fine.

Alla loro fine, naturalmente.