Si fa un gran parlare in giro di terza guerra mondiale, quasi si trattasse di una sfilata di carnevale.
Giornalisti e teleconduttori la evocano sempre più spesso: come cuochi impegnati a sponsorizzare un particolare tipo di torta.
La adombrano anche i generali: hanno le mani che prudono dalla voglia di ‘menare’.
Naturalmente non si tirano indietro i politici, che la evocano con grande nonchalance, tanto per non restare indietro.
E il popolo?
Ascolta e sta zitto, quasi la cosa non lo riguardasse, come non sapesse che poi il prezzo più salato lo dovrà pagare lui.
Siamo quindi in piena trance.
L’aura della follia ci ha preso un po’ tutti.
Eppure lo sappiamo come è andata le altre volte, come sono state ‘preparate’ le due precedenti guerre mondiali.
Esattamente come ci stiamo comportando adesso.
E non facciamo niente?
Aspettiamo tranquillamente la nostra fine?
La fine di tutto?
Accettiamo che il pazzo di turno vada avanti fino ad accendere la miccia fatale?
Che gli altri che gli stanno intorno, anziché spegnere l’incendio, lo attizzino fino a farlo diventare indomabile?
Le condizioni per una ‘bella’ distruzione globale ci sono tutte: eccesso di popolazione; mancanza di prospettive; crescita inceppata; migrazioni oceaniche; assenza di valori; disprezzo per la vita in quanto tale; fiumane di giovani alla deriva, in preda alla noia e alla ricerca spasmodica dello sballo …Siamo quindi in grave, reale pericolo.
Forse è l’ora dei popoli, è tempo che si muovano in massa e vadano a salvare sé stessi, i propri figli e nipoti.
Che facciano tutto il possibile per salvare l’umanità.
Dopo nessuno potrà chiamarsi fuori.
Nessuno potrà considerarsi innocente.