Ciò che sta accadendo in questi tempi mi spinge a riflettere sulla ripetitività della Storia.
Tutti ricorderemo i corsi e ricorsi di Giovanbattista Vico.
La sua teoria è stata bollata come ‘metafisica’ e messa da parte con sufficienza.
Ma poi, a ben vedere, non saranno i tre cicli da lui previsti a susseguirsi e tuttavia qualcosa nei comportamenti dei popoli (sarebbe più giusto dire delle élite al potere) si ripete puntualmente ed inesorabilmente.
Sembra quasi che la Storia, nel senso degli eventi del passato, non sia in grado di insegnare qualcosa, di ammaestrare gli umani in modo che non rifacciano sempre gli stessi errori.
Che cosa ci ‘presenta’ la Storia degli ultimi secoli?
Guerre continue tra i potentati per conseguire un sempre maggior potere, per imporre la propria supremazia su tutti gli altri contendenti.
E così abbiamo visto prevalere prima la Spagna, poi la Francia, quindi l’Inghilterra, la Germania, gli USA …
Naturalmente in tutto questo anche la Russia ha fatto la sua parte.
È chiaro che non posso enumerare tutti i passaggi né ricordare tutte le circostanze delle feroci lotte per l’egemonia ma questo è successo: è tutto documentato.
Pensavo, ingenuamente, che questo noioso e assurdo susseguirsi di guerre per il primato fosse ormai alle spalle; pensavo che la ripetitività vichiana potesse, infine, essere smentita; pensavo che l’umanità avesse ormai conseguito un grado di ragionevolezza e consapevolezza tale da escludere definitivamente un certo tipo di azioni.
Mi sbagliavo, evidentemente.
L’umanità non ha imparato ad apprezzare convenientemente la pace e il benessere, pronta com’è a rimetterli in gioco ad ogni piè sospinto obbedendo soltanto ai suoi impulsi irrazionali.
E così siamo alle solite.
La Russia non ci sta ad essere declassata a potenza ininfluente.
Gli Usa, che sentono il predominio sfuggire loro di mano, non ci stanno a vedersi sorpassare.
La Cina, nuovo protagonista della storia globale, pretende che le sia riconosciuto il posto che le spetta.
E così la guerra è servita.
È chiaro che le guerre non fanno gli interessi delle popolazioni che pagano il prezzo più salato.
Sono le élite politiche, militari ed economiche che le scatenano e le fanno combattere.
Ma i popoli possono chiamarsi fuori? Ritenersi innocenti? Vittime e non attori dei disastri?
Questo è il punto vero.
Io credo che se i popoli si mobilitassero contro le guerre, si rifiutassero in massa di combatterle e di sostenerle, credo che queste non potrebbero essere condotte.
Ma non avviene e per tanti motivi: compreso anche il fatto che i popoli non hanno ancora preso coscienza della loro forza. Se esercitata come massa.
Non mi pare possa accadere a breve.
Per cui, prepariamoci.
Ne vedremo ancora di guerre: possiamo solo sperare che non siano totali.
È un po’ poco ma questo abbiamo.
Possiamo solo impegnarci per aumentare, nelle popolazioni, la coscienza della propria forza, l’apprezzamento della pace e l’impegno ad operare per il benessere comune.
Buon lavoro!