IPOCRISIA di guerra (07-03-2022)

La Lega è quel partito che ha sempre fatto della lotta all’immigrazione la sua bandiera.

Che ha cercato in tutti i modi di respingere i richiedenti asilo provenienti dall’Africa.

Qualcuno all’interno della Lega aveva addirittura prospettato l’ipotesi di sparare ai barconi provenienti dalla Libia.

Gli immigrati rubano i posti di lavoro agli italiani’.

Gli immigrati sfruttano i servizi che dovrebbero essere riservati agli italiani’.

Questa più o meno era la retorica di quel partito.

Adesso Salvini in persona, dopo essere finito sotto processo per avere rallentato e impedito l’arrivo di immigrati dall’Africa, si reca in Polonia per andare a prendere degli ucraini da portare in Italia.

Che cosa è successo?

Gli ucraini non ‘ruberanno’ il lavoro agli italiani?

Non occuperanno negli ospedali e nelle scuole dei posti che potrebbero (dovrebbero) essere riservati agli italiani?

Non usufruiranno, comunque, di servizi pagati con le tasse degli italiani e che dovrebbero essere riservati ai soli italiani?

Certo, succederà proprio questo.

E allora?

Allora c’è da sfruttare l’ondata emotiva a favore degli ucraini, per legittimarsi come forza politica seria e sollecita del bene comune. Di tutti, anche di quei non italiani che, ora, fanno tanta simpatia.

Fin che dura questa specie di infatuazione, pronti a predicare l’allontanamento non appena cambierà il vento.

Le elezioni politiche sono ormai alle porte, l’anno prossimo, ad un tiro di schioppo, non si può lasciare ad altri il monopolio dell’amore verso l’Ucraina.

D’altra parte Meloni è corsa in Usa a professare la propria fede pro americana.

E Letta ha indossato l’elmetto per dichiarare guerra a Putin. Imitando (o scimmiottando) il soldatino Di Maio.

Poteva Salvini restarsene acquattato magari in attesa che qualcuno gli rinfacciasse le sue recenti prese di posizione filo russe?

Ecco allora il gesto clamoroso, il viaggio, l’iniziativa che spiazza gli altri: anche a costo di ‘spiazzare’ la propria base.

Che dire?

Miserie della politica italiana.

Puntuali e riproposte in ogni occasione.

In pace ma anche nel bel mezzo di una tragedia epocale.