LA GUERRA e noi (24-02-2022)

 

Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti’. (De André)

La guerra è una follia.

L’ho scritto ieri e lo ribadisco.

La responsabilità prima ce l’ha chi la scatena.

Ma gli altri non possono sentirsi esenti da colpe.

La Russia, si sa, ha due anime: una europea, l’altra asiatica.

La sua storia si muove lungo questo pendolo.

C’è stato un periodo (il settecento e buona parte dell’ottocento) in cui la Russia era parte integrante della cultura e della politica europea.

Poi se ne è progressivamente allontanata fino ad isolarsi e a vivere tutta sola un proprio particolarissimo destino.

Bisogna riconoscere che l’Europa non ha fatto niente per tenere agganciata la Russia mentre gli USA (complice anche l’Inghilterra) hanno sempre fatto di tutto per favorire non solo il distacco ma anche una vera e propria contrapposizione.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la Russia veleggia per proprio conto in sintonia con la Cina, forse anche con l’India, lontana da quell’Europa che considera ingrata.

In ogni caso e a parte tutto la guerra è cominciata: noi continuiamo la nostra vita di sempre, come se non avessimo niente a che fare, temendo, tutt’al più, le conseguenze economiche di quel conflitto.

In realtà ci siamo dentro fino al collo.

Se gli USA decidono di far partire aerei e ordigni bellici dal nostro territorio, possiamo, ipso facto, diventare l’obiettivo di attacchi missilistici.

E se fossero colpiti i silos nucleari posti in provincia di Vicenza e di Brescia, tutto il nord-Italia potrebbe esserne sconvolto.

Fantascienza? Siamo sicuri che quei siti sono veramente inattaccabili?

Con la guerra nessuna opzione può mai essere esclusa.

E se Xi, seguendo l’esempio dell’amico Putin, decidesse di prendersi Taiwan?

La guerra potrebbe diventare mondiale con le conseguenze che lascio immaginare.

Per concludere: la Russia andava accolta, integrata e mantenuta nell’ambito della cultura e della politica europea. Ma non è accaduto: per responsabilità prima degli USA ( e dell’Inghilterra) e per l’insipienza degli altri Paesi europei.

Con fare sussiegoso e un po’ dispregiativo abbiamo considerato la Russia solo un deposito di materie prime da utilizzare ad libitum, disinteressandoci di tutto il resto.

Ma la Russia non è una mucca da mungere a piacere, ogni tanto si risveglia e a modo suo reclama visibilità: come una specie di Polifemo comincia a tirar colpi in tutte le direzioni e qualcuno ne fa le spese. Lei stessa, pure, ma non se ne cura.

La responsabilità prima di quanto sta succedendo è dunque di Putin ma noi (l’Occidente) abbiamo fatto di tutto per respingere la Russia verso l’Asia, per farle dimenticare i suoi legami con l’Europa.

Che cosa fare adesso, in concreto?

Mi pare che non ci sia molto spazio per il dialogo, ci sono invece praterie aperte alla speranza: che il conflitto cessi, che si torni alla ragione, che la guerra non si allarghi …

La speranza è poca cosa, ma a questo siamo arrivati.

Attrezziamoci per il dopo, almeno, facendo tesoro di quanto è successo e sfruttando al meglio tutto ciò che la storia degli ultimi secoli ci ha insegnato.

(Intanto prepariamoci a tempi durissimi, sotto il profilo economico. Pensavamo di aver toccato il fondo con il covid ma nella Storia non c’è ‘fondo’ che tenga. Credevamo che ci bastassero un po’ di soldi dell’Europa per ricominciare. Invece abbiamo anche bisogno di tanta fortuna).