«Va’ fuori d’Italia! va’ fuori ch’è l’ora!
Va’ fuori d’Italia! va’ fuori, stranier!»
La perentoria ingiunzione costituisce il ritornello di un inno patriottico del Risorgimento italiano scritto da Luigi Mercantini (1821-1872) in onore di Garibaldi. (*)
Mi è venuta in mente leggendo le scelte che stanno facendo molti anziani e che sono costretti a fare tanti giovani.
Siti e riviste specializzate propongono ai pensionati italiani sempre nuove mete, sempre più eccitanti soluzioni.
Tutte a prova di tasca, tutte più economiche di quelle nostrane, tutte più eccitanti e vivibili, sicuramente più confortevoli.
E’ l’altra faccia della medaglia: i giovani più promettenti e intraprendenti sono invitati ad andare all’estero per realizzare i loro sogni o anche, soltanto, per poter esercitare dignitosamente la professione prescelta.
Dall’altro lato assistiamo all’arrivo dall’Africa (e non solo) di sempre nuove schiere di migranti.
Noi ce ne andiamo, loro arrivano.
A chi lo lasceremo questo nostro malandato, vecchio Paese?
Visto che noi siamo in fuga, lo lasceremo a chi se lo vuole prendere, a chi, nonostante tutto, lo brama, lo desidera, lo sogna come l’Eldorado.
Non ho mai sentito la ‘classe’ politica interessarsi di simili questioni.
È sempre occupata con qualcos’altro: la giustizia, i posti di potere, le alleanze per vincere e comandare, i referendum, le mascherine in piazza o al supermercato …
Il disinteresse verso il Paese reale e la sua popolazione è pressoché totale.
Tu senti che gli anziani se ne vanno e portano all’estero i loro non trascurabili introiti, senti che i giovani abbandonano il loro Paese per potersi realizzare e di fronte a tutto ciò non fai niente?
Non fai in modo che gli uni possano vivere in tranquillità a casa loro con le loro rendite e che gli altri – che sono il presente e il futuro della nazione – possano esercitare proficuamente la professione prescelta?
Così stando le cose, che prospettive potranno arridere all’Italia?
Dovrà solo sperare che i nuovi venuti siano clementi e che, nonostante i torti subiti e le privazioni patite, si facciano carico della sua storia e vogliano preservare e migliorare il suo patrimonio.
È un po’ poco, lo so: la misericordia dei vincitori esiste solo nei voti dei vinti. Quasi sempre.
Attacchiamoci a quel ‘quasi’.
(A volte ho l’impressione che i nostri politici, non sapendo come affrontare e risolvere i problemi, si rivolgano, non allo ‘stranier’, ma agli italiani per imporre loro di andarsene, di sgombrare il campo).
(*) Luigi Mercantini è anche l’autore dell’ode ‘La spigolatrice di Sapri’, che rievoca la sfortunata spedizione mazziniana di Carlo Pisacane.