Ieri, dopo qualche tempo, mi sono recato al Centro.
Prima ci andavo più spesso, poi il Covid …
Era una giornata fresca, piena di sole invernale, con un cielo azzurro da incantare.
Poca gente in giro, pochissimi turisti, strade ed esercizi commerciali semivuoti.
Per via Nazionale molte serrande abbassate, di esercizi commerciali che non ce la fanno a resistere.
Marciapiedi più puliti del solito: non so se attribuire il merito al virus o al cambio di amministrazione. Forse ad entrambi. Ognuno decida le proporzioni.
Roma così è stupenda e seducente.
L’atmosfera che si crea in queste giornate invernali è ammaliante e indescrivibile: ti cattura, ti disorienta e ti inebria.
Le assolate giornate estive non hanno questo potere, non riescono a creare questa magia.
D’estate il sole abbacina e annichilisce, annulla i colori e confonde persone e cose in un pallido e indefinito grigiore.
La luce invernale è invece chiara, nitida, esalta le forme e i colori, evidenzia senza appiattire, non toglie alcunché all’insieme ma gli dona quel qualcosa in più che affascina irresistibilmente.
Fossi un turista che viene da fuori sceglierei questo momento per visitare Roma: dovrei adottare qualche precauzione sanitaria, in compenso mi potrei godere la città in maniera unica e totale.
Ho letto una volta che sono soprattutto i non romani di nascita ad amare e ad apprezzare Roma.
Non so se e quanto questo sia vero, so soltanto che io, a Roma da decenni e non romano di nascita, nutro verso questa città dei sentimenti che nessun’altra città, italiana e non, riesce a suscitare.
Ci sono grandi capitali e particolari città europee che hanno sicuramente qualcosa in più di Roma e tuttavia in nessun altro posto ho provato le stesse emozioni.
Roma è un gioiello unico: è un po’ il compendio di tutto ciò che di sublime è riuscita a realizzare la specie umana.
Il Centro di Roma andrebbe conservato con cura per tramandarlo intatto ai millenni a venire: basterebbe, per far capire ai posteri quanto di eccellente è stata capace di produrre l’umanità nelle prime ere della sua storia.
Iperboli a parte e senza voler nulla togliere alle altre città: con queste poche righe voglio esprimere l’emozione per un luogo che, anche dopo decenni, continua a suscitare in me stupore e meraviglia.
E l’auspicio che la nuova Amministrazione e le altre che seguiranno sappiano conservare e rendere sempre più affascinante questo autentico incantesimo.