È successo che ad un certo punto Internet è sparito: nel senso che la fibra ottica che mi porta il servizio si è improvvisamente guastata. Senza alcun preavviso.
Ci era già successo, so che capita anche a tante altre persone ma tutto questo non attenua il senso di frustrazione e di impotenza.
Internet per molti, soprattutto i più giovani, è quasi tutto: non solo notizie ma soprattutto buona parte della vita sociale.
Per me è lo strumento principe per l’informazione e, più ancora, è il mezzo che mi permette di risolvere una nutrita sequenza di pratiche burocratiche: acquisizione di informazioni di servizio, pagamento di bollette e spettanze, contatti con i più diversi organi burocratici …
Internet mi evita code interminabili, attese esasperanti, procedimenti alla cieca.
Senza mi sento azzoppato e accecato, impossibilitato a portare avanti molte delle pratiche burocratiche che punteggiano ormai la nostra esistenza quotidiana.
Io sono nato e cresciuto in un mondo che aveva la radio come unico mezzo di comunicazione e di contatto con il resto del mondo.
Era una condizione esistenziale che forse i più giovani faticano ad immaginare.
La nota dominante dell’ambiente della mia infanzia era il silenzio interrotto solo, di tanto in tanto, dai fenomeni naturali, dalle voci o dalle urla degli umani e dai richiami degli animali.
Era un mondo ovattato: oggi sembra perso per sempre, io amerei ritrovarlo, almeno di tanto in tanto.
Sprofondarmi in un silenzio senza tempo né interferenze: lo vivrei come un momento magico, con la meraviglia di Alice approdata senza saperlo nel paese incantato.
Purtroppo non si possono vivere, nello stesso tempo, contingenze appartenenti ad epoche diverse: nemmeno la scelta tra le diverse alternative è così semplice.
Il mondo di Internet è tumultuoso e rumoroso, il silenzio di un tempo è certamente corroborante e ‘ricostituente: tuttavia il carico di incombenze burocratiche che pesa oggi come il macigno di Sisifo sulla nostra esistenza non mi fa rimpiangere la povertà di mezzi di una volta.
Non si può vivere un po’ di qua e un po’ di là, Internet e il silenzio: la società evolve e quando cambia modifica radicalmente tutte le sue coordinate.
Sono possibili solo scelte radicali, queste sì, senza compromessi. Ma bisogna individuare i tempi e le circostanze.
Quando ti sei calato in un certo contesto e hai fatto determinate scelte, è come se ti fossi ramificato e avviticchiato in tante diverse realtà dalle quali non riesci più a staccarti completamente.
E allora, gentili operatori, visto che paghiamo regolarmente le spettanze e dato che per tutta una serie di circostanze indipendenti dalla nostra volontà non possiamo più farne a meno, lasciateci un Internet funzionante e scattante senza farci penare e bollire di rabbia per i guasti, le riparazioni tardive, le attese sfibranti.
Ci terremo il silenzio come ‘ristoro’ ideale per le fatiche, balsamo per ‘raffreddare’ la psiche e impedirle di andare fuori giri.