PRESIDENTE (17 gennaio 2022)

Telegiornali, carta stampata, Internet, a parte il covid, non ‘parlano’ d’altro: l’elezione del Presidente della Repubblica.

Non sembra vero ai politici di trovarsi nuovamente al centro delle discussioni e delle chiacchiere.

E, naturalmente, come spesso accade, danno il ‘meglio’ di sé, cioè il peggio.

C’è chi si auto propone, con un’improntitudine degna di una maschera di carnevale.

C’è chi propone, guardando principalmente agli interessi della propria parte politica.

C’è chi si nasconde e spera di non perdere la partita.

Non ho sentito nessun politico che pensi all’Italia.

Di che Presidente abbiamo bisogno, NOI, popolo italiano?

Di una personalità che sappia rappresentarci al meglio, in Europa e in giro per il mondo: che non abbia quindi un passato inguardabile e sappia parlare con competenza e autorevolezza. Così da essere apprezzato e ascoltato.

Per quanto riguarda la nazione, il futuro presidente (uomo o donna che sia) deve poter rappresentare tutto il popolo, saper incarnare gli interessi di tutti, soprattutto dei più deboli e fragili, in modo tale che nessuno resti indietro.

Per questo non deve essere portatore di interessi di parte, ma deve brillare per onestà, competenza e rigore morale.

È chiaro che, se le scelte dei grandi elettori si ispirassero a questi criteri, l’individuazione della candidata o del candidato ideale sarebbe enormemente facilitata.

Se non altro perché alcuni concorrenti verrebbero immediatamente esclusi: anzi, non verrebbero proprio presi in considerazione.

Naturalmente le cose non stanno andando in questo senso, anche se non è da escludere un sussulto che raddrizzi la situazione.

Mi pare che viviamo in un periodo di debolezza delle democrazie: se il sistema politico ‘democratico’ americano produce un presidente come Trump (di cui poi non riesce più a disfarsene) vuol dire che qualcosa non funziona.

Qualcosa di analogo possiamo dire dell’Italia che rischia di avere come presidente l’ex cavaliere.

Secondo Platone (e tanti altri illustri pensatori), a governare dovrebbero essere i migliori.

Per secoli abbiamo avuto il governo dei nobili per nascita.

I sistemi democratici sembravano i più adatti ad aprire la strada all’avvento dei migliori.

Siamo invece governati dai potenti (da persone ricche che controllano i media).

È la stessa cosa?