ESOPIANETI e noi (13 gennaio 2022)

Gli esopianeti sono corpi celesti molto simili al nostro, alla Terra: per tutta una serie di caratteristiche fondamentali, prima tra tutte la distanza relativa dalla loro stella.

Negli ultimi decenni sono stati inviati nello spazio parecchie navicelle spaziali, tra le quali Kepler, che hanno scandagliato l’universo stellare e hanno inviato alle università e ai laboratori specializzati una quantità incredibile di dati che vengono elaborati e interpretati.

A questi vanno aggiunte le informazioni raccolte dagli osservatori astronomici dotati di potentissimi strumenti ottici.

Ad oggi sono stati individuati parecchi pianeti al di fuori del nostro sistema solare (qualcuno parla di qualche centinaio, altri ne contano a migliaia) che, almeno teoricamente, potrebbero ospitare delle forme di vita.

Che cosa ci porta a cercare e a indagare questi pianeti?

Forse l’idea di poterci mettere piede, un giorno o l’altro?

Di abbandonare la Terra e i suoi abitatori al loro destino e di crearsi (di inventarsi) un’esistenza diversa da qualche altra parte? Una via di fuga, un lasciapassare per la salvezza.

Questa eventualità mi pare alquanto remota, visto che quei corpi celesti (per loro fortuna: anche per la nostra?) si trovano tutti a distanza di sicurezza: cioè a qualche decina di anni luce, come minimo.

Io non nutro certo quel tipo di aspirazioni eppure la problematica mi affascina.

Più come stimolo per l’immaginazione e alimento per la fantasia che come obbiettivo realistico da conquistare.

Non so niente degli ipotetici abitatori extra terrestri ma conosco bene la natura dei miei simili.

Il primo approccio potrebbe anche essere ‘amichevole’ ma poi prevarrebbero gli interessi, l’ingordigia e gli egoismi.

È già tutto scritto, tutto documentato.

Sappiamo com’è andata con gli Incas, con i nativi americani o australiani, con le tribù africane, con le popolazioni asiatiche.

Potrebbe andare diversamente solo se incontrassimo degli individui più forti e malvagi di noi: come specie riceveremmo la giusta ‘ricompensa’ per le atrocità commesse.

Accontentiamoci allora di godere il nostro Sole, di contemplare la Luna e le stelle, stiamo a casa nostra e facciamo tanti auguri ai viventi appartenenti agli altri mondi che ignorano la nostra esistenza.

Le navicelle esploratrici, i telescopi degli osservatori astronomici?

Continuino pure il loro appassionante lavoro: riempiranno i nostri sogni, metteranno le ali alla nostra fantasia.

Siamo esseri umani e per sopravvivere abbiamo bisogno anche di questo.

Non di solo pane …