Siamo bombardati tutti i giorni, tutto il giorno, dalle informazioni sfornate dai media.
La carta stampata ha perso molto del suo appeal.
Sono la televisione e Internet a farla da padrone.
Che sfornano notizie a getto continuo.
Sulle quali non abbiamo alcun controllo.
E non è solo questo l’aspetto che ci mette fuori causa, che ci spara dentro le nebbie della disinformazione.
Quella che riceviamo, anche quando si riferisce a fatti realmente accaduti, è un’informazione drogata: da enfasi, sviste, distorsioni, sovraesposizioni.
Tra i tanti accadimenti che si verificano, ne vengono scelti solo alcuni e su quelli si picchia incessantemente senza lasciare alcuno spazio alla curiosità.
Perché proprio quegli eventi e non altri?
Perché quell’insistenza ossessiva che toglie il respiro e ottunde la mente?
Prendiamo il ‘Covid, per esempio.
Si tratta certamente di una situazione drammatica e sconvolgente che, tra l’altro, ha portato alla tomba milioni di persone.
È quindi qualcosa che merita il giusto rilievo.
Se noi seguiamo i telegiornali vediamo che buona parte del loro tempo è dedicata a questa emergenza.
Ci informano quotidianamente (ogni ora) sull’andamento dell’epidemia, sul numero degli infettati, dei ricoveri e dei morti, sui farmaci, su ciò che è stato, su ciò che sta succedendo e su quello che accadrà.
Il tutto condito da lezioni, interviste e interminabili animati dibattiti.
Esiste qualcos’altro, al mondo, al di fuori del covid?
Difficile immaginarlo per chi si ferma alla sola televisione.
C’è spazio solo per riportare qualche altra disgrazia o per ragguagliare sull’andamento meteorologico (altro filotto che, prima del covid, teneva banco quasi esclusivo).
Si dirà che non si può trasmettere tutto e che non è facile scegliere che cosa, come e per quanto tempo.
Verissimo!
Ma è anche vero che ci vorrebbe maggiore elasticità e più apertura mentale.
Visto che viviamo in un calderone indistinto e indistinguibile, bisognerebbe che i media trasmettessero sì delle notizie ma stimolassero anche la curiosità, spingessero alla ricerca personale: non accecassero i recettori ma li rendessero più sensibili ed efficienti.
Insomma: informateci ma non a senso unico; non insistete sempre su una sola notizia, oscurando tutto il resto; proiettateci dentro il mondo, nella sua interezza, non teneteci incollati al nostro piccolo, chiassoso, limitato pollaio.